La premier
Giulia Cecchettin, la Meloni: "Perché l'ha uccisa, aberrazione intollerabile"
"Una aberrazione che non può essere tollerata". Giorgia Meloni commenta così la tragedia di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa barbaramente dal fidanzato Filippo Turetta, arrestato questa mattina in Germania a una settimana dall'orribile gesto. Il corpo della ragazza è stato ritrovato soltanto ieri, sabato mattina, in un canalone nei pressi del lago di Barcis, in Friuli, a oltre 100 chilometri dalle case dei due ragazzi nel Veneziano. Il giovane si è accanito sulla fidanzata con una ventina di coltellate.
"Giulia è la 102esima donna uccisa in Italia nel 2023 e la 53esima vittima per mano del proprio partner o ex - è il messaggio della premier sui social -. Una scia di violenza contro le donne che continua da anni con numeri addirittura più drammatici di questi in passato. Ogni singola donna uccisa perché 'colpevole' di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie".
Anche il vicepremier e ministro Matteo Salvini è intervenuto sui social ricordando le posizioni della Lega: "Per gli assassini carcere a vita, con lavoro obbligatorio. Per stupratori e pedofili - di qualunque nazionalità, colore della pelle e stato sociale - castrazione chimica e galera. Questo propone la Lega da sempre, speriamo ci sostengano e ci seguano finalmente anche altri. Ovviamente, come prevede la Costituzione, dopo una condanna stabilita in Tribunale augurandoci tempi rapidi e nessun buonismo, anche se la colpevolezza di Filippo pare evidente a me e a tutti".
In mattinata, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha invece partecipato alla manifestazione spontanea in memoria di Giulia organizzata a Treviso. "Per 40 anni mi sono occupato da magistrato di questi crimini, e ho maturato una serie di convinzioni che si possono riassumere in una parola: educazione". "Domani - ha proseguito - avrò un incontro con i ragazzi del mio ex liceo qui a Treviso. Ogni volta che inizio a parlare esordisco dicendo che avrei preferito parlare ai loro genitori, perché è nelle famiglie che inizia il percorso educativo per capire il rispetto per tutte le persone, di quelle più deboli in particolare". "Noi - ha proseguito il ministro - abbiamo agito molto dal punto di vista normativo, per fare come deterrente a questi orribili reati. Abbiamo inasprito le pene e abbiamo potenziato le strutture preventive. Se la certezza della pena è fondamentale, l'esistenza di una normativa adeguata è altrettanto fondamentale, però ricordiamoci che quando il danno è stato fatto, come diceva Manzoni 'quando uno dà uno schiaffo neanche il Papa lo può togliere'".
"Purtroppo - ha concluso Nordio - questi fenomeni sono accaduti anche nel passato, ma oggi hanno una una sorta di accelerazione che per certi aspetti è inspiegabile, quindi noi dobbiamo capirne le cause, e l'attività deve essere essenzialmente preventiva, perché quella repressiva non è adeguata a intimidire chi vuole commettere un reato. E' illusorio pensare che se una persona vuole maltrattare o addirittura uccidere un'amica, la moglie, la compagna, vada prima a compulsare il codice penale per vedere se la pena è stata aumentata o la procedura è stata migliorata. Non lo fa perché è nel suo Dna commettere questo tipo di violenze. Allora dobbiamo domandarci perché questo Dna esista ancora oggi, per molti maschi anche giovani, questa predisposizione alla prevaricazione. Le risposte sono molte, le lasciamo agli psicologi, ma bisogna educare anche i genitori oltre ai figli".