Verso le urne

Meloni, il sondaggio sul premierato: l'Italia vota sì

Antonio Rapisarda

​Pronta al massimo impegno affinché in Parlamento la «madre di tutte le riforme» possa raggiungere la maggioranza necessaria per l’approvazione “definitiva”. In caso contrario? Ne è più che certa: alle urne vincerà il «sì». Il premier Giorgia Meloni ha commentato così il primo sondaggio “completo” sulla riforma istituzionale, il premierato, appena licenziata dal Consiglio dei ministri. Parliamo della rilevazione di Lab21.01, pubblicata su Affaritaliani, comprensiva di due quesiti: quello sull’elezione diretta del premier e l’altro proprio sull’eventuale referendum confermativo. Un sondaggio più che incoraggiante per il presidente del Consiglio, dato che emergono due vittorie significative: la prima registra come il 57,3 per cento degli italiani sia favorevole all’elezione diretta del premier. Ciò a fronte di un 42,7 per cento di contrari.

«È una riforma che abbiamo scritto dopo aver raccolto la sensibilità della stragrande maggioranza degli italiani, aver ascoltato tutte le forze politiche, le associazioni di categoria e le parti sociali», ha ribadito il premier nell’intervista. Testo che ora è a disposizione del Parlamento, «dove lavoreremo perché possa avere il più ampio consenso possibile e possa raggiungere la maggioranza dei due terzi».

Se tutto questo dovesse trovare la chiusura a riccio delle opposizioni? Nessun problema: ci penseranno gli elettori. «Se non riusciremo a ottenere questo obiettivo, la parola passerà agli italiani, che con il referendum valuteranno nel merito la riforma e decideranno se è utile o meno all’Italia. Io sono convinta – ha continuato il presidente del Consiglio – che in quel caso la maggioranza coglierà l'occasione di accompagnare l'Italia nella Terza repubblica e renderla una democrazia matura e più stabile».

 

RESPONSO POSITIVO

A fornirle anche qui un responso più che positivo è ancora la rilevazione effettuata da Affaritaliani, che da parte sua dà per certo il referendum sulla riforma: il 48,2 per cento del campione ha dichiarato di voler votare sì. I fautori del “no” sono soltanto il 25,2 mentre il 26,7 per cento degli intervistati si è dichiarato ancora indeciso. Per il resto ieri è stata una giornata decisamente densa per Meloni impegnata in diversi vertici e incontri bilaterali a Palazzo Chigi. Centrale l’incontro conclusivo con i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, per fare il punto sui principali dossier in un clima – spiegano le fonti – «di piena sintonia e collaborazione».

È stata occasione, per il ministro dell’Economia, il eghista Giancarlo Giorgetti, di riferire all’interno collegio sullo stato della trattativa europea sulle nuove regole del patto di stabilità: a maggior ragione dopo il delicato vertice dell’Ecofin. Una contesa che, come ha sottolineato più volte la premier parlando di «logica di pacchetto», comprende anche il Mes (che per l’Italia deve diventare uno strumento utile alla crescita) e il completamento dell'unione bancaria. Fra i punti trattati anche il nodo balneari. Tutti d’accordo nel voler chiudere entro l'anno la questione con la Commissione europea, partendo da ciò che è emerso dal tavolo tecnico: ossia la non scarsità delle risorse, ovvero delle spiagge. Le opzioni sul tavolo sono tante: dal disapplicare in toto la direttiva Bolkestein a ipotesi intermedie. L’obiettivo è offrire norme chiare «per tutelare un settore fondamentale».

IMMIGRAZIONE

Da segnalare, infine, il bilaterale fra la premier e l’omologo sloveno Robert Golob. Fra i temi del vertice, oltre l’appoggio della Slovenia alla candidatura di Roma a Expo 2030 e la designazione comune di Gorizia e Nova Gorica quali capitali europee della cultura del 2025, il destino dell’accordo di Schengen: «Siamo consapevoli delle difficoltà per i nostri lavoratori transfrontlieri per la reintroduzione dei controlli ai confini tra Italia e Slovenia, che abbiamo dovuto adottare per far alla crescente pressione migratoria», ha spiegato Meloni. «Schengen è stata una conquista che va preservata, l'impegno comune è ripristinarla appena vi saranno le condizioni».