Soliloqui
Beppe Grillo da Fazio? Gelo-M5s, la frase "sfuggita" a Giuseppe Conte
Un’ora di avanspettacolo dell’Elevato che non suscita, sostanzialmente, più reazioni politiche...in positivo. Fra le sue stesse “creature”. Di critiche dagli avversari, invece, come è avvenuto sul caso Bongiorno (l’avvocato che difende la presunta vittima dello stupro per cui è accusato Ciro Grillo, tirata in ballo durante la diretta), parecchie e feroci. Il giorno dopo l’intervista-show di Beppe Grillo a “Che tempo che fa” il responso in casa Cinque Stelle – almeno ufficialmente – è un mix fra «Beppe chi?» e l’imbarazzo. Occorre aspettare fino al tardo pomeriggio per trarre un piccolo sussulto a sostegno dell’animatore dei Vaffa day: esattamente quando un grillino della prima ora, da annidi stanza a Bruxelles, Fabio Massimo Castaldo, ne ha approfittato per tirare così una stoccata al nuovo corso di Conte. Ci arriviamo. Per il resto è sceso il gelo sul ritorno in tv del fondatore, guru e attuale garante del MoVimento 5 Stelle: tanti messaggi nervosi nelle chat interne; nessun commento, se non strappato a forza, da parte dei vertici pentastellati.
UNA PERFORMANCE - Il motivo è semplice: Grillo, da Fabio Fazio, gliene ha cantate di tutti colori. Con una sentenza che solo in apparenza è un’auto-accusa: «Ho peggiorato questo Paese». A maggiore ragione perché il prodotto ultimo di questo percorso risulta essere l’attuale leader, Giuseppe Conte. Il politico «perfetto», secondo Beppe, selezionato ai tempi da lui e Gigino Di Maio per le seguenti “qualità”: «Era un bell’uomo, parlava e si capiva poco». Fra i pochi ad esprimersi sull’intervista, interpellata a L’Aria che tira, Vittoria Baldino: «Quella di Grillo, da Fazio, è stata una performance, più che un’intervista». La vicecapogruppo del M5S al Montecitorio non è entrata nello specifico dei “consigli” di Grillo («Fare un’opposizione totale, sempre», ha spiegato agli epigoni, «è come un orologio rotto, che anche lui segna l’ora giusta due volte al giorno...») ma si è concentrata genericamente sulle polemiche suscitate dall’ospitata, a dire il vero quasi tutte riferite alla sciabolata sul caso che riguarda il figlio. «I commenti del giorno dopo – continua – rappresentano la parabola di una critica e di un giornalismo da sempre interessati, parliamo di quarant’anni di carriera, a confinarlo in sterili categorie senza riuscirci, però, perché Grillo non si fa confinare. Così si finisce per criticarlo facendo la cosa più semplice, senza capirlo pienamente». Poco più che una timida difesa d’ufficio.
Chi sostiene di averlo capito perfettamente, invece, è chi lo vede – ormai – vieppiù come un simpatico umorista. Parola, perfida, di chi? Di Giuseppe Conte: «Grillo si è rivelato un mattatore, la sua è stata una grande performance, ha fatto fare il record di ascolti a Fazio, chapeau». Così il presidente del M5S ha commentato l’uscita del comico che proprio dell’ex premier giallorosso diceva, in una celebre scomunica (domenica ricalibrata in «litigio»), che non aveva «né visione politica, né capacità manageriali». Giuseppi fa spallucce: è tutta acqua passata. «Lui usa l'ironia, io ho autoritonia, è stato divertente, mi sono messo a ridere», ha liquidato la vicenda preferendo spostare il discorso sull’attuale governo: «Invece non mi fa ridere Giorgia Meloni e la manovra di questo governo che fa piangere il Paese».
RADICI SMARRITE - L’unico che sembra aver colto, o l’unico che ha voluto cogliere, l’aspetto politico del monologo di Grillo è stato Fabio Massimo Castaldo: di fatto anche l’unico oppositore – in chiaro – dell’avvocato di Volturara Appula. «È sempre un grande piacere per me rivedere sul grande schermo il nostro Beppe Grillo», ha spiegato l’europarlamentare al cui le intemerate del guru hanno fatto respirare «l'aria delle splendide origini» del M5S: «Riportano la mente ai bei tempi in cui l’intelligenza collettiva e la democrazia partecipativa venivano praticate e non meramente predicate – ha spiegato riprendendo gran parte delle critiche mosse da Davide Casaleggio –. Chi smarrisce le radici del passato non riuscirà mai a costruire un futuro all’altezza dei suoi obiettivi».
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