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Landini "segretario Pd, Schlein ha le ore contate": tam-tam impazzito

E se Maurizio Landini diventasse il nuovo segretario del Pd? Secondo Alberto Maggi, che ne scrive su affaritaliani.it, non si tratta di fantapolitica ma di uno scenario possibile. Il fulcro di tutto saranno le elezioni europee, in programma il 9 giugno 2024: il Pd spera di raggiungere almeno il 20%, ma in caso di risultato deludente Elly Schlein potrebbe finire sotto processo ed essere costretta a rassegnare le dimissioni. Sulla strada verso le elezioni europee ci sono però diverse tappe che meritano di essere osservate attentamente. 

A partire da quella dell’11 novembre, con la Schlein che ha organizzato una manifestazione che prevederà la partecipazione anche di Giuseppe Conte: potrebbe essere un primo passo importante verso un’alleanza tra Pd e M5s sbilanciata a sinistra, che quindi taglierebbe fuori Carlo Calenda e chiuderebbe una volta per tutte qualsiasi spiraglio di ricucire con Matteo Renzi. “Questo movimentismo a braccetto con Conte - scrive Maggi su affaritaliani.it - non piace affatto alla minoranza moderata e cattolica del Pd. Non piace a Base Riformista, ovvero al presidente del Copasir Lorenzo Guerini filo-occidentale e vicino ai vertici Nato, e nemmeno ad altri big come Stefano Bonaccini e al coordinatore dei sindaci dem Matteo Ricci”. 

 

Insomma, alle europee il Pd arriverà con parecchie tensioni interne, pronte a esplodere in caso di risultato deludente. È a quel punto che potrebbe entrare in scena Landini, che sposterebbe del tutto a sinistra il partito e sancirebbe una spaccatura nettissima: secondo Maggi, l’attuale segretario della Cgil trasformerebbe il Pd in una forza politica affine a M5s e a Verdi-Sinistra Italiana, accompagnando all’uscita una fetta importante del partito, quella moderata e cattolica, che magari potrebbe costruire qualcosa di nuovo con Calenda o addirittura con Renzi.