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Elly Schlein, altra supercazzola? Dago la asfalta: "Ma che stai a dì?"

Come ogni anno è arrivato il tempo del libro di Bruno Vespa. C'è spazio per tutti i protagonisti della politica italiana, e non solo la politica. Dunque spazio anche per Elly Schlein, la segretaria del Pd dall'eloquio a tratti incomprensibile, la leader di sinistra-sinistra che nei primi mesi al vertice del Nazareno ha inanellato sconfitte alle urne e ha parcheggiato il suo partito intorno a quel 20% stimato dai sondaggi che non sembra voler cambiare. Insomma, non benissimo.

Schlein si racconta ne Il rancore e la speranza, in uscita oggi - mercoledì 8 novembre per Mondadori. E la segretaria Pd spiega di non sentirsi vincolata al risultato che il suo Pd otterrà alle Europee: "Io penso che avremo un ottimo risultato", premette. Dunque a stretto giro di posta aggiunge: "Sono stata eletta, comunque, per quattro anni per accompagnare il partito alle prossime elezioni politiche. Di qui ad allora ci saranno molte elezioni amministrative e regionali, ma il nostro obiettivo è il 2027, se questo governo non cadrà prima". Sarà...

 

Ma è un altro il passaggio che, più degli altri, fa discutere e suscita ironie. Elly Schlein infatti parte in quarta: "Stiamo riportando il Pd dove la sua gente sperava di ritrovarlo. Forse si era spostato troppo dall’altra parte. E questo aveva prodotto una frattura con i nostri mondi di riferimento: la scuola, il lavoro, l’accoglienza". Ecco, qualche dubbio su questa frase è più che legittimo: ci si chiede dove diavolo starebbe riportando il Pd, perché di "gente" non se ne vede poi molta. A sintetizzare dubbi e ironie, il titolo proposto da Dagospia nel rilanciare le anticipazioni: "A Elly, ma che stai a dì?". Niente da aggiungere.