Furia azzurra

Report attacca Berlusconi. Forza Italia: "Vergogna a urne aperte"

Edoardo Limoni

«Aggressione», «servizi denigratori», «attacco vergognoso». Sono le reazioni di Forza Italia alla puntata di Report andata in onda ieri sera. In particolare gli azzurri si arrabbiano molto per alcuni servizi dedicati all’universo forzista.

Dall’eredità del fondatore Silvio Berlusconi ai debiti del movimento, fino al ruolo di Marta Fascina, compagna dell’ex presidente del Consiglio. Fari puntati sui figli del Cav, sulle quote dei lasciti e sui mutui ottenuti dall’ultimogenito Luigi per l’acquisto di villa Borletti dalla Fininvest. Ma anche sui 90 milioni di debiti accumulati da Forza Italia negli anni, sempre garantiti da Berlusconi finché era in vita e ora dagli eredi. L’esposizione forzista, sostiene l’inchiesta di Report, è dovuta anche alla poca propensione dei parlamentari azzurri verso l’auto-tassazione, al pagamento cioè della quota mensile da restituire al partito.

 

 

L’EREDITÀ

Viene poi passato al microscopio il testamento berlusconiano. Anzi, i testamenti. Che sono tre. L’ultimo, quello con cui Silvio ha disposto i lasciti in favore di Dell’Utri, Fascina e Paolo Berlusconi, avrebbe una «calligrafia diversa». Lo dice la grafologa Patrizia Giachin, precisando tuttavia che il tratto più incerto e ondeggiante sarebbe motivato dalle condizioni precarie in cui l’autore si trovava in quel momento. Infine c’è la testimonianza anonima di una persona, ripresa di spalle, “blurata” e con la voce artefatta. Si tratta di un «parlamentare di Forza Italia», dichiara la trasmissione. Questi ripercorre gli anni del passaggio dalla storia del Cavaliere con Francesca Pascale al fidanzamento con Marta Fascina. Entrata prima in punta di piedi, nella vita del compagno, e poi sempre con maggiore peso, soprattutto nelle scelte politiche. Fino, riferisce la fonte, a condizionarlo nelle decisioni.

Forza Italia insorge. Parlano in sequenza i componenti della Commissione di Vigilanza Rai. «Torna all’attacco Report con la sua attività denigratoria dei movimenti e delle personalità politiche non gradite», dichiara il senatore Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «Ancora una volta tocca a Forza Italia, già oggetto di aggressioni mediatiche da parte della trasmissione di Ranucci. Affermazioni di ogni genere, denigrazioni basate su narrazioni prive di fondamento, una vera e propria aggressione. A dimostrazione», prosegue Gasparri, «che Report e Ranucci sono una sorta di “movimento politico” che agisce, finanziato dai cittadini con i soldi Rai, per colpire gli avversari. La cosa non ci meraviglia, ma ci indigna».

 

Secondo Roberto Rosso è «inaudito» il comportamento di Report che «cerca di condizionare e orientare il voto» mentre sono aperte le urne a Monza, a Foggia, in Trentino e in Alto Adige, «con servizi denigratori nei confronti di Forza Italia basati su notizie abnormi e su ricostruzioni infondate». Rosso, che è capogruppo azzurro in commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, annuncia che mercoledì chiederà un’audizione dei responsabili della trasmissione e di tutti i dirigenti della Rai. Report, aggiunge, «viene utilizzato dai suoi autori come una sorta di clava nei confronti di quelli che considerano avversari politici. Una condotta ben nota. È ancora più grave che tutto questo avvenga mentre un cospicuo numero di cittadini sono chiamati al voto dal nord al sud dell’Italia».

 

LA REPLICA

Interviene anche Rita Dalla Chiesa: «E meno male che, secondo i soliti noti, il centrodestra in Rai avrebbe portato come conseguenza l’epurazione di tutte le trasmissioni “scomode”. Report e Ranucci sono rimasti al loro posto, ma un conto è condurre trasmissioni, appunto, scomode. Il confronto può restare civile. Un conto, invece, è usare la clava contro un partito che stasera e domani ha chiamato, in alcuni Comuni, gli elettori alle urne». Durissimo il commento di Paolo Barelli, capogruppo azzurro alla Camera: «La vigliaccheria di chi cerca godimento da fantasiosi buchi di serratura ha lo scopo di insultare e offendere il Presidente ora che non c’è più, non potendo quindi controbattere di persona come sempre nella sua vita ha fatto». In serata arriva anche la replica della trasmissione. Non c’è la par condicio, «dato il numero esiguo» di elettori chiamati al voto, e gli azzurri «lo sanno benissimo». Sui contenuti dei servizi, precisa Report, «c’è l’ok dell’azienda alla messa in onda»