Memoria corta

Elly Schlein, lo sfregio alla memoria di Giorgio Napolitano

Alberto Busacca

Invece di fare opposizione alla Meloni, il Pd fa la guerra a Giorgio Almirante. E sforna una proposta di legge per impedire che all’ex segretario del Msi vengano intitolate vie e piazze. «È indecente», ha detto il deputato Andrea De Maria, «dedicare strade a gerarchi o esponenti del fascismo. Se la legge fosse in vigore non ce ne potrebbe essere nessuna intitolata ad Almirante».

Ora, questa proposta dem non passerà mai, le vie dedicate al segretario missino continueranno ad esserci e la sinistra griderà come sempre al ritorno del fascismo. Ma il punto non è questo. Il punto è che Elly Schlein e i suoi compagni non studiano neanche la storia del loro partito e non hanno imparato le lezioni di due big come Enrico Berlinguer e Giorgio Napolitano. Berlinguer, per dire, ai tempi della lotta al terrorismo si è incontrato più volte con Almirante: lo Stato era sotto attacco e loro due stavano dalla stessa parte, quella della legalità. E che dire di Napolitano? L’ex presidente della Repubblica, appena scomparso, è stato celebrato dalla sinistra come un Padre della Patria. 

 

Bene, sapete cosa diceva Napolitano di Almirante? Questo: «Giorgio Almirante è stato espressione di una generazione di leader di partito che, pur da posizioni ideologiche profondamente diverse, hanno saputo confrontarsi mantenendo reciproco rispetto, a dimostrazione di un superiore senso dello Stato che ancora oggi rappresenta un esempio». Altri tempi, si dirà. Altri uomini, certo. Ma anche altri antifascisti. Paradossalmente quelli di una volta, che il fascismo l’avevano combattuto davvero, anche con le armi, erano più aperti al confronto di quelli di oggi, che la Resistenza l’hanno studiata (se l’hanno studiata...) soltanto sui libri di storia e su Facebook...