Il giallo di Santa Marinella
Pietro Tidei e il video hot, parla Quartieri: "Il sindaco? Ecco la mia verità"
Nello scandalo che vede coinvolto il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, è stato tirato in ballo, per una vicenda di presunta corruzione, il titolare del notissimo ristorante di pesce che si trova a Santa Severa, “L’Isola del Pescatore”, Fabio Quartieri. Secondo Tidei la scatola nera di tutta la vicenda si concentra in una storia di presunta vendetta che Quartieri avrebbe macchinato nei suoi confronti, per via di negate sanatorie e concessioni legate all’attività. Fabio Quartieri ha deciso di consegnare in esclusiva a Libero la sua verità.
Fabio, partiamo dall’inizio. Da quanto svolge l’attività nella ristorazione?
«Da 103 anni la nostra famiglia si occupa di ristorazione. Io sono amministratore del ristorante “L’Isola del Pescatore” dal 1992 e in più abbiamo un Hotel, sempre a Santa Severa, di cui anche lì sono amministratore, che è l’ Hotel “Pino al Mare”».
Il suo ristorante è ritenuto uno dei più rinomati non solo della zona, ma di Roma, anche perché frequentato da moltissime figure di spicco del mondo dello sport, della televisione e della politica. Questo vi ha creato qualche problema?
«Non nego che il fatto che lavori molto e che ci vengano a trovare moltissimi personaggi famosi abbia attirato intorno a noi molta invidia e gelosia».
Il ristorante è a gestione familiare?
«Ci lavoriamo io, mio figlio e i miei due nipoti, Marco e Stefano, che sono la punta di diamante di questo locale».
Entriamo nel vivo della vicenda che la lega al sindaco Tidei. Da quanti anni vi conoscete?
«Tidei lo conosco da sempre, siamo cresciuti insieme, andava a scuola al liceo Classico con mio fratello Vittorio, si sono diplomati insieme. Noi lo abbiamo sempre reputato una persona di famiglia, un amico vero».
Lei ha avuto anche un’esperienza politica legata a Pietro Tidei.
«Sì, io mi sono candidato con Pietro Tidei dal 2005 al 2008 in una lista civica a lui legata. Ho rivestito la carica di assessore allo Sviluppo di grandi progetti».
Lei quindi si riconosce politicamente in un’area politica di sinistra, essendosi candidato con un sindaco Pd...
«No, io e tutta la mia famiglia siamo da sempre persone di idee liberali di centrodestra ma avevo molto apprezzato il programma politico di Tidei, gli riconoscevo una grande capacità politica e veniva dall’essere stato un ottimo sindaco di Civitavecchia. Nutrivo una grandissima stima verso la sua persona, come uomo e come politico. Ero convinto che insieme avremmo potuto sviluppare grandi progetti di crescita per il nostro territorio».
E invece così non è stato?
«Il nostro percorso politico è terminato nel 2008 con un atto di sfiducia che io ed altri consiglieri di maggioranza e tutto il gruppo di minoranza abbiamo avanzato nei confronti del sindaco».
Per quale motivo lo avete sfiduciato?
«Perchè non c’era più un accordo politico con lui, soprattutto sui grandi eventi, rispetto ai quali spesso eravamo in conflitto».
Questo episodio ha interrotto il vostro rapporto d’amicizia?
«No, in seguito a questo atto di sfiducia ci siamo chiariti, rappacificati per molti anni, fino a quel fatidico 21 Marzo del 2022 dove è successo inaspettatamente di tutto».
A breve ci arriviamo a quel giorno. Andiamo passo per passo. Con Tidei siete stati anche soci in affari?
«Sì, siamo stati soci dal ’96 fino al 2008. Pietro Tidei non si è mai occupato di ristorazione ma i suoi figli Marietta ed Ezio per un periodo avevano lavorato all’“Isola del Pescatore”. Erano talmente entusiasti di quella esperienza che anche dopo la fine del rapporto lavorativo abbiamo deciso di aprire un locale insieme. Si trattava di uno stabilimento balneare a Tarquinia, una sorta di villaggio turistico dove realizzavamo spettacoli di cabaret, grandi feste e chiaramente non mancava la ristorazione».
Perché avete deciso di interrompere questo rapporto di affari?
«Avendolo sfiduciato nel 2008, mi sembrava corretto non proseguire con la società. Nonostante ciò, lo ribadisco, siamo rimasti in ottimi rapporti. Ricordo che gli ho prestato per tre anni un’auto elettrica, una delle prime che uscì. Tidei è stato forse il primo sindaco a girare con un’auto ecologica. Un rapporto veramente idilliaco, tanto che nel 2009 lui stesso mi premiò con una targa che riportava questa scritta “A Fabio Quartieri, l’imprenditore più dinamico e lungimirante del comprensorio, con stima e affetto Pietro Tidei”».
Un rapporto che si è bruscamente interrotto quel fatidico 21 Marzo del 2022. Cosa è accaduto di così grave per interrompere questo grande rapporto di stima e amicizia?
«Mentre dormivo bello e sereno ho sentito suonare il campanello alle cinque di mattina. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto una decina di carabinieri. Circa diciotto erano davanti all’“Isola del Pescatore”, altri sei davanti ad un’agenzia immobiliare di Santa Severa dove sono socio, altri davanti al Castello, altri davanti all’hotel “Pino a Mare” e in più altri in case di consiglieri comunali. Uno il vice sindaco Andrea Bianchi, l’altro Roberto Angeletti, oggi indicato come presunto responsabile della diffusione dei video hot di Tidei, e Massimiliano Fronti».
Ha visto questo dispiegamento di Forze dell’ordine e cosa ha pensato?
«Mi è preso un accidente. Ho subito pensato al peggio, ovvero che uno dei miei figli avesse fatto un incidente. Purtroppo mi era già successo di essere chiamato di notte, un ferragosto di qualche anno fa che non potrò mai scordare. Mia figlia rimase coinvolta in un frontale con una macchina che faceva gare contromano ad una rotonda».
Fortunatamente nulla che riguardasse loro. Cercavano lei. Perché?
«Un fulmine a ciel sereno. Ero stato denunciato dal sindaco Pietro Tidei per tentata corruzione. Il tutto è nato da un messaggio sul telefono che ho inviato al consigliere Fabrizio Fronti con scritto “100mila grazie”. Un messaggio che è stato interpretato male. Quei 100mila grazie erano stati letti come 100mila euro».
Per cosa doveva ringraziare Fronti?
«Fronti era stato indagato per un avvenimento che nulla c’entra con questa vicenda, tutto si è risolto e siccome era stato costretto a dimettersi, una volta tornato in consiglio comunale, quel messaggio significava che ero contento. Era un grazie per esserci ancora. Una persona verso cui nutro una grande stima e quindi quel messaggio era un modo per palesare la mia felicità».
Quindi lei è stato denunciato perché il sindaco Tidei avrebbe interpretato quel suo slancio di felicità come una promessa di denaro, funzionale a far cadere il sindaco dalla sua carica. Così si legge. Giusto?
«Sì, sono stato accusato di voler corrompere Fronti per sfiduciare Tidei. La cosa assurda è che la giunta conta 21 consiglieri comunali, sette di minoranza e quattordici di maggioranza. Per sfiduciare un sindaco ne servono almeno 4. In sostanza avrei dovuto spendere circa 400mila euro. Una follia anche solo pensarla una cosa del genere. Infatti anche la sentenza di Cassazione ha confermato che non c’erano gli estremi per procedere all’arresto preventivo come era stato chiesto dal Gup».
Immagino sia stato perquisito.
«Sì, quel giorno mi hanno rivoltato casa, hanno controllato tutto nelle mie varie attività e le società dove sono coinvolti anche i miei figli.Setacciato tutti i pc, i telefoni, e non hanno trovato nulla se non che da delle intercettazioni mi è stato contestato un altro atto corruttivo».
Di cosa si tratta?
«Questa se non fosse vera ci sarebbe da ridere. Una storia dove sono terzo in causa, non coinvolto direttamente. Al consigliere Roberto Angeletti, oggi presunto responsabile della diffusione dei video hot, è stato regalato un litro di latte di asina e una pagnotta di pane allumiere da una persona che non ero io. Il solo fatto che questo dono sia stato consegnato all’interno del mio ristorante, mi è costato un’altra accusa di tentata corruzione. Ora per entrambi i due capi di accusa dovrò presentarmi il 12 Ottobre in tribunale dove si capirà se verrò rinviato a giudizio».
Lei si è dato una risposta del perché il suo amico Tidei improvvisamente le si è rivoltato contro?
«Credo che Tidei, dopo l’atto di sfiducia che gli feci, ha temuto che stessi tramando per farlo cadere. Leggo di concessioni che non avrei ottenuto da lui, ritenute il motivo di un mio possibile atto ritorsivo nei suoi confronti. Nulla di più sbagliato. Il mio locale non ha una veranda abusiva come si è letto. Tutto è sanato tranne tre centimetri che mi vengono contestati in veranda e sette al tetto del locale. È vero che ho chiesto la possibilità di ottenere concessioni, ma non per me, questo sia chiaro. Chiedevo l’approvazione del Pua (piano di utilizzo degli arenili) rispetto a 22 km di costa. Parlavo dell’utilizzo di 21 concessioni per gli arenili. Un qualcosa che avrebbe apportato un servizio migliore, meglio gestito per i nostri concittadini e turisti. Ho sempre guardato all’interesse della collettività, mai ad un tornaconto personale».