Capodanno
Napolitano, D'Alema confessa: "Come lo ho sorpreso con Nino D'Angelo"
"È stato sempre un uomo severo, anche se capace di slanci affettuosi". Massimo D'Alema, in una intervista a La Stampa, ricorda il presidente emerito Giorgio Napolitano e rivela degli aneddoti particolari: "Quando lui era presidente della Camera, mi ero presentato a una riunione dei capigruppo vestito in modo un po' trasandato. Un commesso mi consegnò un bigliettino: "Il presidente del maggior gruppo di opposizione non può presentarsi così". Dovetti correre a casa, a cambiarmi. Anche se c'è un episodio indimenticabile di un Capodanno napoletano che lo descrive bene…". Cosa accadde? "Nella bellissima casa di Umberto Siola, grande architetto napoletano, alla fine della cena di fine anno vidi Napolitano cantare canzoni napoletane! Assieme a Nino D'Angelo! Ma anche quella sera restò lui: nella baraonda dei mortaretti si sentivano le 'bombe Maradona' e lui, che aveva fatto una apposita circolare, si chiese: ma saranno regolari? C'era tutto Napolitano: si abbandonò al canto ma si pose il problema della regolarità dei botti".
Riguardo alle nuove classi dirigenti, "occorrerebbe da parte di tutti recuperare una dimensione culturale della politica: manteniamo questa speranza". L'omaggio di Papa Francesco, poi, è stato un evento memorabile. "Credo che sia stato al tempo stesso un omaggio all'Italia ma anche alla persona. Il Santo Padre è una personalità fuori dagli schemi: per lui conta molto l'elemento umano ed evidentemente, incontrando Napolitano, ci deve essere stato qualcosa che lo ha colpito", osserva D'Alema. "Si tratta in ogni caso di una testimonianza altissima del valore della personalità di Giorgio Napolitano".