Parole forti
Salvini, estremi rimedi: "Affondare i barconi sequestrati"
Matteo Salvini non usa giri di parole. Il vicepremier entra a gamba tesa sulla questione migranti. Con un tweet il ministro torna sulla questione dei barconi che arrivano sulle nostre coste. Di fatto Salvini chiede che vengano affondati e sequestrati i barconi vuoti che spesso diventano strumento da parte degli scafisti per nuovi viaggi verso l'Italia. La posizione di Salvini è molto netta: "Affondare barchini e barconi - vuoti e sequestrati agli scafisti - è un dovere morale per togliere i trafficanti e i loro strumenti di morte". Qualche giorno fa ai microfoni di Quarta Repubblica aveva parlato di questa spinosa questione il politologo Edward Luttwak: "A Lampedusa la Von der Leyen ha citato il suo programma tra cui obbligo di distruggere le imbarcazioni degli scafisti insicure , per fare questo le forze dell’ordine italiane devono mandare elicotteri a distruggere barconi sulle coste". Parole che hanno fatto discutere, ma la necessità di togliere i mezzi agli scafisti è sempre più impellente.
Matteo Salvini nei giorni scorsi non ha nemmeno escluso l'uso della Marina Militare per cercare di arginare gli arrivi senza sosta sulle nostre coste. La questione migranti si fa sempre più complessa. Intanto l'Ue ha dato una risposta sull'uso di un "blocco navale" per arginare gli sbarchi: "Dipende dagli Stati membri decidere se lanciare o terminare una missione e quale mandato definire, e ogni decisione viene presa all’unanimità da tutti e 27 gli Stati membri", ha affermato Peter Stano, portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, rispondendo a una domanda sulla possibilità di una nuova missione navale Ue nel Mediterraneo con riferimento a flussi di migranti dalla Tunisia.
"Per il momento non sono state prese decisioni", ha aggiunto il portavoce mantenendo il riserbo in merito a eventuali richieste di attivazione di nuove missioni. "Quando i Paesi terzi sono coinvolti" nella missioni Ue "è logico che serve avere il loro consenso e questa è una precondizione di base", ha precisato Stano. "Ma a questo è un discorso prematuro: serve prima la proposta di un Paese, poi bisogna chiedere agli altri Stati membri di discutere e decidere all’unanimità", ha ricordato il portavoce. "Voglio sottolineare un obbligo che riguarda tutti: chi incontra persone in pericolo deve salvarle", ha concluso.