Così si schianta
Schlein, slavina Pd: "Nuovi fuoriusciti", partito svuotato a sinistra
E non è finita qui. Un Carlo Calenda in stile Corrado annuncia il nuovo esodo dei delusi del Pd ad Azione, come accaduto pochi giorni fa con 30 dirigenti democratici della Liguria che hanno mollato il Nazareno, delusi dalla deriva rossa della segretaria Elly Schlein, per approdare alla metà del fu Terzo Polo. "Nessuna Opa ostile - spiega Calenda a Repubblica -. Non ho mai voluto distruggere il Pd. Però il Pd della Schlein si è spostato molto verso la sinistra radicale. Mentre noi siamo interessati a costruire un'area repubblicana composta da liberal democratici, popolari e riformisti che abbia come bussola la cultura di governo. Vedo invece difficile una convivenza nel Pd di anime così diverse".
"Prendo atto - prosegue l'ormai ex sodale di Matteo Renzi - che la vocazione maggioritaria del Pd è finita, perché è finita la capacità di fare una sintesi tra social democratici, liberal democratici e popolari. Il Pd non è più quello di Romano Prodi e Walter Veltroni". "C'è grande fermento intorno ad Azione - prosegue nel suo ragionamento -. Altri arrivi ci saranno dagli stessi partiti da cui già ci sono stati. Mi fermo qui".
L'ultimo "acquisto" è quello della ex ministra Elena Bonetti dal partito di Renzi: il suo Centro, prosegue Calenda, "non è un progetto politico è un cartello elettorale per superare lo sbarramento. Per ora ha risposto solo Mastella. Ma cosa c'è di riformista in Mastella? Il 'Centro' diventa la scusa per allearsi con chi vince le elezioni". Tornando al Pd, con Schlein "lavoreremo in vista della Finanziaria a una proposta sulla sanità, così come abbiamo fatto sul salario minimo. Ma è chiaro che la sua idea di ambiente, diritti ed economia è molto radicale per una parte degli elettori e della classe dirigente del Pd".
"Da quando i Dem, insieme a Renzi, hanno scelto di salvare i 5 Stelle con il Conte 2 hanno costruito un nemico a sinistra - conclude ancora Calenda -. E, come diceva l’antico detto radicale francese pas d’ennemi à gauche: il Pd ha oggi il suo principale competitor nei 5 Stelle. Basti vedere gli applausi alla Festa dell’Unità di Ravenna a Giuseppe Conte. Inevitabilmente le proposte della segretaria dem sono rivolte a quell’elettorato. Il Pd è diviso in un pezzo più vicino a Conte che a Draghi e in un altro pezzo più affine a Draghi che a Conte. Noi puntiamo a rappresentare chi si ispira all’esperienza Draghi nel Pd, come del resto nel centrodestra".