Ciao ciao segretaria?
Elly Schlein, "chi mancava alla festa dell'Unità": Pd, indizio pesantissimo
La Festa dell'Unità di Ravenna certifica la solitudine di Elly Schlein. La segretaria dem si stringe intorno al suo cerchio magico e a un popolo, quello degli elettori presenti, sempre più ri-spostato a sinistra. Non è un caso che alla serata conclusiva, la più attesa e significativa, della kermesse organizzata dal più importante partito dell'opposizione a spiccare non siano state tanto le parole prevedibili e scontate della leader, o i pugni chiusi e i canonici cori "Bella ciao", quanto le assenze, pesantissime, nelle prime file.
Mentre la Schlein fa l'occhiolino a Giuseppe Conte e ai sindacati, annunciando una "grande mobilitazione per l'autunno, a partire dal tema della sanità pubblica", alludendo al già sbandierato sciopero generale contro la manovra (che ancora non c'è, caso unico nella politica mondiale), buona metà del partito era altrove, anche fisicamente. Alla serata mancano gli ex ministri Lorenzo Guerini, Andrea Orlando e Dario Franceschini, manca l'ex segretario Nicola Zingaretti (che aveva sibillinamente espresso i suoi dubbi sulla guida, "non arriviamo al 17%"), Peppe Provenzano, Gianni Cuperlo (parzialmente scusato: era alla Festa dell'Unità di Milano).
Il tuo browser non supporta il tag iframe
Soprattutto, non si è visto il quasi padrone di casa Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna ma soprattutto presidente del partito, incarico affidatogli dopo la sconfitta alle primarie proprio per non spaccare definitivamente il Nazareno. Piccola sorpresa, non c'è neanche Francesco Boccia, capogruppo al Senato e schierato convintamente con la Schlein: il marito di Nunzia De Girolamo, spiega Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, "non è riuscito a spostare un impegno famigliare".
Scorrendo i nomi, però, si capiscono due cose: nella corrente di Base riformista, gli ex renziani ormai vicini a Bonaccini, nessuno ha fatto carte false per dimostrare vicinanza almeno formale alla Schlein. Lo stesso però vale anche per quelli della vecchia guardia che hanno scelto di appoggiarla, da Provenzano a Franceschini fino a Orlando. Sintomo non di grande salute, al di là di tutto. E non è un caso che i più vicini a Elly siano sembrati, suggerisce sempre la Meli, "il figliol prodigo Roberto Speranza" e, "sotto il palco, con il cagnolino Pila, la compagna di Schlein, Paola". Per guidare un partito verso le elezioni europee tra pochi mesi, non basta.