Giravolte democratiche
Andrea Giambruno, la sinistra lo infanga? Figuraccia: "Ora vogliono la caccia"
Lo sbandamento della sinistra sedicente animalista sull’orsa Amarena, assurdamente uccisa in Abruzzo, tracima anche spinto dalle parole di pochi giorni fa del “vate” Roberto Saviano, capace con un’abile contorsione delle sue di incolpare il governo di questo assurdo episodio, come se la Meloni, o chi per lei, fosse mandante morale o addirittura avesse imbracciato personalmente il fucile. «Forse perché - ipotizzo - siamo stati tutti sottoposti alla propaganda su quando sia legittima la legittima difesa? Forse perché abbiamo dibattuto per settimane sulla barbarie della condanna a morte, in Trentino, di un orso che poi si è scoperto essere incolpevole?», si domandava Saviano.
Sullo stesso spartito si sono esibiti in molti altri. Per l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), «Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici». Chiaro il riferimento al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, finito nel mirino per l’ordinanza di abbattimento dell’orso Mj5 (ritenuto responsabile dell’aggressione di un uomo il 5 marzo in valle di Rabbi) e dell’orsa Jj4, sospettata dell’attacco rivelatosi mortale per Andrea Papi, sempre in Trentino.
IL FAR WEST
Per la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Eleonora Evi, l’uccisione di Amarena è una delle «conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette. Questo governo è il responsabile morale di azioni gravissime come questa». Non poteva mancare l’onorevole Angelo Bonelli, epigono dei Verdi: «Un atto criminale frutto di una campagna d’odio contro gli animali come ad esempio gli orsi e i lupi». Netto il riferimento al centrodestra, che avrebbe messo sotto attacco la fauna italiana ed è complice delle lobby dei cacciatori e dei costruttori di armi. Il sigillo arriva dall’attivista dei Verdi Benedetta Scuderi nei confronti di Andrea Giambruno. Durante “Diario del giorno” su Rete 4, Giambruno le ha chiesto: «È addirittura colpa del governo se è stata uccisa l’orsa?». Al veleno la replica di Scuderi: «Se l’orsa non fosse uscita da sola di notte non avrebbe incontrato il lupo», con chiaro riferimento alle parole (abbondantemente travisate) del giornalista di Rete4 a proposito dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo. Tuttavia, sfugge ai Verdi (e agli ambientalisti che tirano la volata alla sinistra) che nell’ultima tornata elettorale hanno stretto l’alleanza di governo con quel Pd che alla lobby della caccia se non liscia il pelo almeno strizza l’occhio.
MANIFESTO E lo fa addirittura con Chiara Braga (nominata da Elly Schlein capogruppo dem alla Camera), una delle firmatarie di punta (insieme ad altri sette piddini eletti in Parlamento) del Manifesto a difesa dell’attività venatoria e della cultura rurale, stilato dalle Associazioni Venatorie riconosciute e dal CNCN, riuniti nella Cabina di regia venatoria. Una carta bipartisan cui circa 80 futuri parlamentari (di destra e sinistra) hanno aderito prima delle elezioni del settembre scorso per porre attenzione sull’attività venatoria e promuoverne i valori: non certo per abolire la caccia. In più, proprio ieri il Pd ha presentato una proposta di legge per contenere la popolazione dei lupi in Italia (stimati in 3.300), incentrata sulla prevenzione e gli indennizzi dai danni di predazione e, fra le righe, aprendo anche all’abbattimento selettivo secondo le deroghe permesse dalla Ue (Direttiva 92/43/CEE Habitat, art. 16). I Verdi lo sanno oppure anche questa è una manovra del governo di centrodestra?