Il sondaggio
Sondaggio, chi sono i ministri più apprezzati: tutti i nomi
Giancarlo Giorgetti è il ministro con il maggiore gradimento. Seguono Matteo Salvini e, al terzo posto, pari merito, Antonio Tajani, Adolfo Urso, Andrea Abodi. Nella classifica dei governatori, si aggiudica il primo posto Luca Zaia. In quella dei sindaci, Antonio Decaro. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio di Lab21.01 per Affari Italiani: “L’opinione degli italiani - Istituzioni, Ministri, Governatori e Sindaci”, che misura il gradimento degli italiani rispetto a chi ricopre i principali incarichi politici. Due leghisti e un dem. Il responsabile del dicastero dell’Economia ottiene il 54% delle preferenze, conquistando la prima posizione sul podio. Tra tutti gli undici ministri che compongono il governo di Giorgia Meloni, solo due sono in crescita: Matteo Salvini e Marina Calderone, che si attesta al quarto posto a pari merito con Raffaele Fitto, Anna Maria Bernini, Guido Crosetto e Francesco Lollobrigida.
Per quanto riguarda i presidenti di Regione, in testa c’è il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ottiene il 68,1%, confermando una popolarità attestata dalle percentuali con cui ha vinto per due volte le elezioni. Subito dietro a lui si colloca il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, con il 65,2%. Al terzo posto, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, con un 61,8%. Gli ultimi tre governatori per gradimento sono Marco Marsilio, presidente dell'Abruzzo, con il 51,2%, Eugenio Giani, presidente della Toscana, con il 50,7%, e il sardo Christian Solinas, che ottiene un gradimento del 49,8%. La classifica dei sindaci, invece, vede in cima il barese Decaro, con il 64,5%. A seguire Beppe Sala, sindaco di Milano, con il 62,1%, quindi Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, con il 62%.
La popolarità di Giorgetti è una buona notizia. Non tanto (non solo) per Salvini. Ma anche per Meloni. Lunedì, infatti, il Parlamento riprenderà i suoi lavori e il governo dovrà mettere la testa sulla manovra di bilancio, decisivo banco di prova per l’esecutivo. Ed è qui che si consumeranno gli scontri più aspri dentro la maggioranza. Meloni, stretta tra il rispetto delle regole europee, le risorse limitate, le aspettative degli elettori, avrà una strada stretta. In questo senso, un Giorgetti forte potrebbe tornarle utile. La linea della premier è improntata alla prudenza. Visto che i soldi sono pochi e i limiti tanti, meglio concentrarsi su pochi punti: famiglie, imprese, lavoratori. Ogni forza di maggioranza, però, ha le sue priorità e cercherà di vederle realizzate per poter arrivare alle Europee con una bandiera da issare. Forza Italia insiste sull'aumento delle pensioni minime e la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale. Noi per l'Italia sugli aiuti alle famiglie. La Lega sull’autonomia e sul fisco.
Giorgetti, uscito sconfitto sulla vicenda della tassa sugli extra-profitti delle banche, questa volta non può cedere. Non ha intenzione di infrangere le regole europee. E tutto lascia intendere che Meloni, diversamente dalla vicenda delle banche, giocherà di sponda con il ministro leghista per realizzare il difficile equilibrio necessario per portare a casa una manovra che non deluda, ma che non faccia saltare i conti. Mercoledì si terrà una riunione di maggioranza, dove si farà il punto sulle proposte da inserire nella prossima legge di bilancio, da presentare entro metà ottobre in Europa. Le risorse sono poche, Bruxelles si è già capito che non farà sconti. A via XX settembre da giorni si lavora alla Nadef, documento propedeutico alla legge di Bilancio, che deve essere presentata in Parlamento entro il 27 settembre. Ed entro fine settembre il governo dovrà presentare la proposta sul salario minimo. Al Senato, in Commissione Affari costituzionali, riprenderà l’esame del ddl sull’autonomia differenziata, altro tema di scontro tra FdI e Lega. Poi, sempre al Senato, c’è il decreto che contiene la tassa sugli extra-profitti bancari, su cui Fi chiede modifiche. Come sulla riforma Nordio, alla Camera in commissione dalla prossima settimana.