Il raptus del sindaco
Terni, Bandecchi e la rissa in consiglio: "La mano del Pd"? Com'è andata veramente
La ben poco giustificabile reazione del Primo Cittadino di Terni (Alternativa Popolare) del 28 agosto, riaccende le polemiche politiche su Stefano Bandecchi. Polemiche che vorremmo provare ad analizzare e a spiegare... Dal ballottaggio che ha visto Bandecchi trionfare sull'avversario di Fratelli d'Italia, fra la destra ternana circola la convinzione che responsabile della vittoria sia la sinistra, rea di aver convogliato i suoi voti su AP. Convinzione interessante, ma ben poco realistica. Non lo diciamo per difendere il Pd ternano, che non ha certo bisogno del nostro "scudo" e che peraltro ben rammenta i passi falsi compiuti, materializzatisi con il commissariamento del Comune nel 2018 per dissesto finanziario. Ma se Fratelli d'Italia Terni vuole cercare un responsabile per la débacle elettorale, è bene inizi a farlo in casa sua. Troppo facile addossare le responsabilità agli avversari e agli elettori e, diciamocelo, un po' troppo di sinistra: ve lo ricordate chi giustificava il successo del Cav sostenendo che gli italiani si fossero fatti raggirare? Non era mica tanto tempo fa!
Ecco, Bandecchi ha vinto sia perché è stato capace di conquistare voti sul campo, sia perché Fratelli d'Italia Terni ha commesso una serie di errori imperdonabili. Sia chiaro, nessuno ce l'ha con Orlando Masselli semmai con il modus con cui il Sindaco uscente Leonardo Latini è stato messo alla porta, a favore di un candidato più "di destra". Era infatti Latini il primo cittadino che i ternani avrebbero votato ancora, come dimostrato peraltro dai tanti sondaggi che si sono susseguiti nella primavera scorsa, prima del voto. Il favore dei cittadini ternani c'era, rafforzato dalla volontà dell'allora prima cittadino di cambiare le cose, pur subendo i continui attacchi della sua stessa maggioranza. Fratelli d'Italia in testa.
Perché? Siccome Giorgia Meloni avanzava nei sondaggi, conquistava comuni e regioni e, infine, saliva a Palazzo Chigi i Fratelli d'Italia ternani pretendevano sempre maggiore peso nella giunta. Il tutto a scapito di un primo cittadino cui, qualcuno, non aveva mai perdonato di essere stato eletto. A vent'anni dall'ultima amministrazione di centro-destra, un avvocato che non proveniva dalla politica militante era stato proposto dalla Lega come candidato sindaco e, addirittura, eletto con un risultato strabiliante: oltre il 60% al ballottaggio... Smacco per forze politiche che, in due decenni, non erano riuscite a battere prima l'Ulivo, poi il Pd.
La vittoria di Giorgia Meloni alle politiche ha cambiato tutto. In bene (permetteteci di dirlo) per il Paese, in male per Terni. Convinti, forse, che il successo nazionale si dovesse necessariamente riflettere su quello locale, gli esponenti ternani di FdI hanno imposto la loro linea in barba a proiezioni, impegno del Sindaco uscente e, in particolare, alla faccia del rispetto per un amministratore trovatosi a gestire una situazione tutt'altro che facile, causa il dissesto di cui sopra.
Analizzando dunque i singoli momenti a partire dai comportamenti durante il quinquennio Latini, della conduzione della campagna elettorale, dell'imposizione quasi in extremis di un nuovo candidato è possibile comprendere le cause che hanno favorito la nuova maggioranza. Altro smacco, stavolta a Fratelli d'Italia, poiché Terni ha rappresentato la prima, importante botta d'arresto per il partito del Premier Meloni dal settembre 2022. Quanto al neo Sindaco, benché inaccettabile quanto accaduto lunedì in Consiglio Comunale, tre mesi sono decisamente pochi per tirare le somme sull'operato di un governo cittadino appena insediatosi.