Divario in aumento

Sondaggio Ferrari Nasi: "Elettorato potenziale", la forbice fa a pezzi il Pd


Fratelli d’Italia è, da mesi, in testa ai sondaggi. Con il 29,1% nelle intenzioni di voto, il partito della premier Meloni stacca nettamente il Pd, che si attesta al 20,2%. Ma è interessante notare come il bacino di voti a cui possono attingere le due forze abbia dimensioni molto diverse. L’elettorato potenziale di Fdi è infatti pari al 9% mentre per i dem solo del 5%. In generale, va detto che i partiti di centrodestra sono quelli che possono contare su un mercato potenziale molto più ampio. Ad esempio, la Lega (ora quotata al 9,1%) può ambire a conquistare un ulteriore 11% e Forza Italia (7,8%) persino il 12%. Tuttavia, chi si occupa di campagne elettorali studiando i bacini di voto potenziale dei partiti cerca anche di capire da dove potrebbero arrivare nuovi voti, o verso dove potrebbero andare. Per questo, abbiamo posto una serie di domande tecniche ad un campione rappresentativo nazionale di mille elettori: i risultati non sono per nulla scontati.

 

 

 

L’ANALISI

Analizziamo i tre principali gruppi separatamente. Nel centrosinistra si nota subito una bassa mobilità elettorale: il bacino potenziale di ognuno dei principali partiti non supera il 5%. In più, avviene un grande interscambio tra Pd e 5 Stelle, siamo alla metà o anche oltre, del voto potenziale; il Pd ha, poi, solo una discreta capacità attrattiva nei confronti degli elettori del Terzo Polo. È interessante vedere come circa un quinto del mercato potenziale dei 5 Stelle possa provenire da Fratelli d’Italia. Questo non deve stupire, sono “voti di ritorno”, ovvero, voti che il partito di Giorgia Meloni, con il suo exploit del 29-35%, ha sottratto non solo al centrodestra (come del resto fece Salvini, che per primo svuotò il Movimento e non di poco) e che, eventualmente, potrebbero tornare.

 

 

 

Nel Terzo Polo la situazione è ancora meno felice: partiti piccoli con un potenziale piccolo, quando di solito è il contrario. Azione acquisterebbe molto dal Pd, poco da Italia Viva, un po’ dal centrodestra. Italia Viva è più trasversale, circa un terzo del voto potenziale arriverebbe da Azione; ma poi ci sarebbero i 5 Stelle, Lega e Forza Italia. Quasi nullo l’apporto potenziale da parte del Pd. Eppure, con Renzi segretario, il partito più importante della sinistra italiana arrivò al suo massimo storico elettorale, il 41% alle Europee del 2014. In effetti, sembra che questa strategica area sia mal presidiata e che, in ogni caso, non presenti un’offerta politica adeguata. Nel centrodestra, la situazione cambia ancora. I bacini potenziali dei singoli partiti sono ampi, anche più del doppio di quelli del centrosinistra; anche quello di Fdi, che, avendo già un voto “sicuro” molto elevato, dovrebbe avere un potenziale basso.

 

 

 

La differenza con gli altri due partiti di coalizione è in ogni caso sensibile. Mentre il potenziale di Fdi è del tutto trasversale (i voti arriverebbero in parte da Lega e Fi, ma anche dai 5 Stelle e dal Terzo Polo), Lega e Forza Italia guadagnerebbero solo a scapito di Fdi. Il partito di Giorgia Meloni pare quello nella posizione più delicata: se si consolida e vince, vince tutto il centrodestra; se non si consolida e perde, perde solo lui.