Tra mille distrazioni...

Giorgetti, "maledetto ministro": su cosa siamo costretti ad aprire gli occhi

Alessandro Sallusti

L’Italia, soprattutto quella politica e mediatica, è un po’ come l’allegra compagnia chic imbarcata sul Titanic che balla sul ponte di prima classe non accorgendosi che la prua della nave sta puntando diritta sull’iceberg per un incontro fatale. Ecco quindi le appassionate discussioni su gay e trans, sulle parole sconvenienti, su libri più o meno utili e su generali provocatori come se questi fossero problemi fondamentali. Ma accade che mentre si balla spensierati e inebriati dalle parole, dalla sala macchine spunta fuori uno che non ama stare sulla ribalta e prova a fermare l’orchestra: “Occhio - ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti - che qui si rischia di andare a sbattere”. Gli astanti si sono guardati tra il sorpreso e l’infastidito come a dire “ma perché ci vuoi rovinare la festa che a noi piace tanto occuparci di cose inutili?”.

Già, perché non continuare a tacere e mentire come hanno fatto i governi precedenti, era così bello fare credere che la povertà potesse essere eliminata gratis per decreto, che si sarebbe potuto rifare casa a spese dello Stato guadagnandoci pure sopra, che l’immigrazione selvaggia non sarebbe mai stata un problema, che il benessere sarebbe arrivato costruendo nei locali pubblici un terzo bagno solo per trans, che comperare bambini già fatti era un diritto eccetera eccetera. Maledetto Giorgetti, ma non poteva farsi gli affari suoi come chi l’ha preceduto? Perché dirci in un caldo lunedì di agosto, che siamo ancora tutti in vacanza, cose tipo “guardate che non ci sono soldi per fare tutto subito” e peggio “guardate che avanti così con la denatalità arriverà il giorno che non si potranno pagare più le pensioni” che a noi queste cose non interessano perché il punto fondamentale è essere politicamente corretti.

Già, maledetto Giorgetti che dice le cose come stanno e che per questo sarà accusato di essere un incapace, quando invece gli incapaci sono stati i predecessori che hanno fatto rotta con motori al massimo proprio sull’iceberg e ora c’è solo da sperare di riuscire a fermare le macchine e cambiare prua. Ci riuscirà il governo Meloni a evitare l’impatto? Ci sta provando e forse proprio per questo non piace a chi preferiva che il ballo in prima classe continuasse come se non ci fosse un domani, che tanto loro una scialuppa in qualche modo se la sarebbero come sempre procurata.