L'ultima vergogna
Sant'Anna di Stazzema, delirio progressista: politici di destra fuori dalla giornata anti-nazista
Nel messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della 79esima commemorazione dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema si legge: «I militari nazisti delle SS, sostenuti da fascisti locali misero in atto una delle stragi più efferate del conflitto. Fu un massacro di vite innocenti. Donne, anziani, bambini - ben oltre cinquecento- vennero uccisi senza pietà. Tanti i corpi bruciati e resi irriconoscibili. Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del Continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani perché possano essere consapevoli protagoniste di un futuro responsabile in cui non siano più messi a rischio i valori della persona umana».
Non la pensa allo stesso modo, a quanto pare, il sindaco di Sant’Anna di Stazzema: Maurizio Verona. Ovviamente, scuderia Pd. Verona, uno talmente invasato col pericolo nero che diceva di avere la sensazione di vivere in una “democrazia fascista”, ha deciso di conquistarsi i 15 minuti di notorietà evitando di invitare esponenti del governo alla commemorazione. Al Fatto Quotidiano ha spiegato: «Se vogliono, vengano loro. Mi facciano un colpo di telefono che gli organizzo una guida. A chi si vanta di tenere in casa i busti del duce farebbe bene a farsi un giro in questi luoghi». Ovvio il riferimento al Presidente del Senato Ignazio La Russa.
Epperò Verona è uno di quegli antifascisti che a furia di gridare al fascismo non perde occasione per invocare misure repressive contro chiunque non sia del Pd: «Contro la cultura dell’odio e del revisionismo servono leggi nuove, perché la propaganda fascista è un reato», ha detto nel goffo tentativo di onorare la memoria delle vittime innocenti della strage. «Gli anni di distanza ci avrebbero dovuto permettere di raggiungere una memoria comune – ha sottolineato ancora – perché fondata sui valori della nostra Carta Costituzionale, cosa a cui invece non siamo mai addivenuti per una precisa volontà politica, di equiparare le vittime, di fare un unico conto del dolore, inquinare la memoria con lo scopo di travisare la storia, manipolarla. Sono 80 anni che accade ed oggi accade ancora, e sempre più spesso, e raggiunge picchi di un vero e proprio bombardamento mediatico, che non risparmia nemmeno le più alte cariche dello Stato».
La sinistra, insomma, non riesce proprio a capire le parole del Capo dello Stato e continua a predicare la “memoria comune” escludendo gli altri. Un ossimoro. Che Verona sia pervaso dal germe della strumentalizzazione politica si capisce dall’idea, totalmente inopportuna, di citare nientemeno che il caso-De Angelis. Quella dell’innocenza di Mambro, Fioravanti e Ciavardini circa la strage di Bologna per il paladino del pensiero unico «non è un’opinione». Già, non essendo nel manualetto di pensiero Pd, non è concepibile.
Duro anche il commento di Alessandra Nardini, assessore alla memoria della Regione Toscana. Dal Sacrario di Sant’Anna di Stazzema dice: «Assistiamo a frasi vergognose pronunciate perfino dalla seconda carica più alta dello Stato, che ha detto quelle frasi vergognose sull’attentato di via Rasella, così come non è accettabile non riconoscere la matrice fascista della strage di Bologna, o pensare di poter intitolare in nome della pacificazione nazionale, come accadrà a pochi chilometri da qui, nella nostra Toscana, a Grosseto, una strada a Berlinguer e una ad Almirante come se fossero stati tutti uguali: chi si oppose al fascismo e chi invece decise di aderirvi». Nella passerella antigovernativa sulla pelle dei caduti, però, non è venuto in mente a nessuno di ricordare che il governo è stato votato dai cittadini, nel pieno rispetto della Costituzione democratica di questo Paese. E che la libertà di pensiero targata Pd altro non è che la libertà di pensare come dicono loro.