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Reddito, Vincenzo De Luca: "L'sms un trauma sociale". Ma pochi mesi fa...
"Alla povera gente vera bisogna garantire un reddito minimo, non possiamo lasciare nella disperazione centinaia di migliaia di persone". Vincenzo De Luca ha commentato così la stretta all'erogazione del reddito di cittadinanza decisa dal governo Meloni. Il presidente della Campania, poi, ha sottolineato la necessità di "sapere per via informatica quali sono le famiglie che possono continuare ad avere un aiuto prima di mandare telegrammi in giro. Utilizziamo tecnologie, evitiamo di costringere persone ad andare sulla piattaforma informatica per chiedere poi un aiuto, sono persone che fanno fatica a utilizzare anche il cellulare. Affrontiamo questo tema con la sensibilità e con la delicatezza necessaria".
Qualche mese fa, in piena campagna elettorale prima delle politiche, il governatore campano sul reddito di cittadinanza disse: "Noi abbiamo fatto solo un grande errore, non abbiamo spiegato bene che il reddito di cittadinanza è una grande truffa, una grande porcheria di clientela politica, parliamo chiaro. Se il problema è difendere la povertà noi eravamo arrivati prima di Conte, c'era il Reddito di inclusione, 3 miliardi di euro, che impegnava i Comuni a verificare i requisiti. Col reddito di cittadinanza non controlla più niente nessuno e abbiamo mescolato la povertà con i parassiti e con i figli di buona donna".
Quello che De Luca critica oggi è la modalità con cui è avvenuta la comunicazione dello stop al reddito: "Credo che sia stato un intervento sbagliato da parte del Governo. Inviare un sms per informare decine di migliaia di persone che da inizio agosto non avranno un aiuto è un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare". E ancora: "È chiaro che si sapeva che c'era questa scadenza ma quando parliamo di famiglie, di persone, non possiamo usare l'algoritmo o l'sms, bisogna fare un lavoro di preparazione".