La polemica

Sallusti contro Saviano e Don Ciotti: "Un caso psichiatrico e un caso umano"

Alessandro Sallusti

Giorgia Meloni è alla Casa Bianca a parlare del futuro dell’Occidente ma qui da noi l’estate della sinistra si incentra su quattro casi delicati: un caso psichiatrico, Roberto Saviano, un caso umano, don Ciotti, un caso di depistaggio politico internazionale, il Pd e un caso di linciaggio mediatico al compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno.

 

 


Partiamo dal caso di Roberto Saviano, il cui programma Rai è stato cancellato dopo gli improperi pubblici rivolti a mezzo governo. Essendo lui un egocentrico con manie persecutorie sta andando in giro a dire che la sua sospensione è una vittoria della mafia su mandato del governo. Di mafia ovviamente in questa storia non c’è ombra, e neppure di censure o limitazioni della libertà di informazione. Saviano infatti è libero di dare, cosa che ha fatto, dei bastardi e dei malavitosi al primo ministro e ai ministri, ma non essendo ciò un’inchiesta giornalistica documentata bensì una sua opinione incappa nel codice etico della Rai che non vuole tra i piedi chi insulta gratuitamente e gravemente rappresentanti delle istituzioni, cioè i suoi azionisti.

 

 

Il caso politico è che il Pd ha portato la questione della “censura a Saviano” addirittura al Parlamento europeo lasciando intendere al mondo - qui sta il depistaggio - che in Italia non c’è più libertà di opinione. Ora, è vero che “Meloni bastarda” e “Salvini ministro della malavita” sono opinioni che hanno diritto di circolare, infatti circolano, ma non necessariamente o per forza anche in prima serata sulla televisione pubblica.

 

 

 


Terzo caso, quello umano. All’alba dei suoi ottant’anni, don Ciotti – il prete che da antidroga si è riciclato antimafia – ha detto che il Ponte sullo Stretto caro a Matteo Salvini è una follia perché “unisce due cosche”, intendendo immagino la mafia e la ’ndrangheta. La secca replica del ministro è stata fatta passare come un tentativo di censura a un eroe dell’antimafia. Ora, vogliamo ammettere che anche gli eroi invecchiando rimbambiscono? Già, perché sarebbe come dire che non si doveva costruire l’Autostrada del Sole in quanto avrebbe unito più velocemente le bande criminali dell’Italia, la Salerno-Reggio Calabria perché avrebbe collegato la camorra alla mafia, ma financo che è stato folle dare vita all’Alitalia perché avrebbe avvicinato Milano ai loschi traffici mafiosi di Palermo.

E infine, non in ordine di importanza, il linciaggio in corso al compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno, secondo la sinistra l’unico a non avere libertà di opinione pur essendo un giornalista. Nella sua trasmissione su Mediaset, Giambruno ha così commentato le parole del ministro del Turismo tedesco che aveva invitato a non passare le vacanze in Italia perché fa troppo caldo: “Se non le sta bene stia a casa sua, avete pur sempre la Foresta Nera”. Tra un italiano che difende l’Italia e un tedesco che ci denigra secondo voi la sinistra chi sceglie? Il tedesco, ovvio. E quindi apriti cielo e giù di manganello contro Giambruno colpevole di lesa idiozia (del tedesco). Ecco, questa è l’agenda politica della sinistra italiana per l’estate 2023 affidata a psicopatici, rimbambiti, mestatori e picchiatori. Intanto Joe Biden, democratico e presidente degli Stati Uniti d’America, brinda ai successi e all’affidabilità di Giorgia Meloni. A voi le conclusioni.