Alla frutta

Schlein disperata: dove l'hanno beccata in cerca di applausi, la foto virale

Fa tenerezza, Elly Schlein. Impartisce lezioni a tutti, ma nessuno se la fila più. Va a Napoli contro l’autonomia differenziata per le regioni, e il governatore Vincenzo De Luca le dà buca, non si presenta all’appuntamento, si è stufato. Tira brutta aria per la segretaria del Pd, che è sempre alla ricerca di una chiave di volta per sfondare nei consensi elettorali, ma continua pure a perdere pezzi. Bisognava vederla ieri, nel capoluogo campano, quando si aggirava dalle parti del murale dedicato a Maradona e lei sembrava chiedersi “che ci sto a fare qui...”.
Oggettivamente, quella era altra classe. I suoi compagni napoletani, per far capire al popolo che non è vero che è una stravagante signora elitaria svizzero-americana con tanto di armocromista, hanno insistito. E con loro Elly Schlein ha dovuto fare tappa allo slargo di via Emanuele De Deo, informalmente ribattezzato “largo Maradona”, dove nel 1990 è stato realizzato l’enorme murale che ritrae il campione argentino, luogo diventato, dopo la conquista del terzo scudetto del Napoli, meta di una sorta di “pellegrinaggio” per tifosi, curiosi e turisti.

Poi, è salita sul palco per sparare a zero contro il governo. Anche con qualche bugia di troppo. Per la segretaria del Pd l’accordo sull’autonomia differenziata sarebbe un baratto tra Lega e Fdi, una specie di patto oscuro che prevede anche il presidenzialismo. Chissà quale agente segreto gliel’ha rivelato, anche se bastava spulciare le primissime pagine del programma elettorale del centrodestra per leggere che era tutto pubblico. E che gli elettori lo hanno preferito alle fanfaluche del Pd. 

 


ESSERE UNITI
Lei parlava e il pubblico presente – poche centinaia di persone – pensava al governatore. Parlava Antonio De Caro, presidente dell’Anci, e pure lui piagnucolava sull’assenza di De Luca. Ed Elly ha sbottato: «Ha ragione Antonio Decaro quando dice che dobbiamo essere uniti. Certo, su queste battaglie dobbiamo essere uniti, ma l’unità è un valore soprattutto quando si accompagna alla coerenza di una visione e delle battaglie che noi insieme facciamo e queste sono battaglie che uniscono tutto il Pd e ci tengono insieme». Insomma, è il governatore che si sottrae. Da lei nemmeno una carezza. Tanto più che a molti appare fasulla la sua accusa di voler spaccare l’Italia tra Sud e Nord con l’autonomia differenziata. La Schlein non sa che la spaccatura c’è già oggi, e senza la legge Calderoli, perché in tanti anni di regime centralistico, proprio la Campania è scivolata sempre più giù. Le statistiche lo confermano per tutto il Mezzogiorno. 

È lei, la segretaria del Pd, che preferisce per propaganda continuare a parlare di Lega secessionista. Il che poco si concilia con i miliardi che si investono, ad esempio, per il ponte di Messina e le previste infrastrutture in Sicilia e Calabria, ad esempio. Le vuole realizzare proprio il segretario di quella Lega che lei contesta, quello che fa il ministro per le Infrastrutture.
Per parlare in Campania assieme ad un governatore, la Schlein si è fatta scortare da quello dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che da presidente del Pd coltiva però idee diverse sulle alleanze e le ha fatte intendere. Altro che Cinque stelle. E che, pure lui, vuole il “recupero” di De Luca.

LE STILETTATE
Ma non è finita qui, nella polemica sull’autonomia la signora pretende di dettare la linea persino ai presidenti delle regioni di centrodestra. Li accusa di privilegiare gli interessi di partito a quelli istituzionali: il che si potrebbe rimbalzare a quei governatori rossi – ormai pochi – che all’inizio l’autonomia la volevano. Proprio Bonaccini, ad esempio. Nel comizio di Napoli, la Schlein si è messa ad attaccare il governo addirittura speculando sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa, persino quando Palazzo Chigi ha escluso di volerlo riformare. La leader del Pd è sempre più frastornata e si è cimentata nelle critiche pure su scuola e autonomia. Era il giorno ideale per tacere sul tema, vista la firma sul contratto degli insegnanti che i governi di sinistra dimenticavano di siglare e quello di centrodestra ha invece onorato. La signora è nel pallone. Forse per questo l’hanno portata da Maradona... Ma la paura resta sempre la stessa: se scende in campo temono che Elly segni nella porta della sua squadra.