Trallallà
Elly Schlein? "Cosa canticchiano al Nazareno": umiliata e cacciata
La stecca di Elly Schlein fa storcere più di un muso tra i papaveri del Pd, sempre più sconcertati dalle scelte politiche e mediatiche della segretaria. Sabato la scelta a sorpresa di scendere in piazza non a fianco ma dietro Giuseppe Conte, per "un saluto" al corteo contro la precarietà organizzato dal Movimento 5 Stelle e che in pochi minuti si è trasformato in una slavina a causa delle deliranti dichiarazioni di Beppe Grillo e Moni Ovadia sul palco.
Lunedì la riunione della direzione dem, che doveva essere un redde rationem e che è finita, almeno per il momento, a tarallucci e vino. Ma tra i dirigenti del Nazareno, scrive Fabrizio Roncone nel suo succoso, perfido retroscena sul Corriere della Sera, persiste un senso di smarrimento, se non sgomento. Un esempio? "La stravagante evocazione di una colonna sonora mixata, le frasi poetiche e i ritornelli di alcuni cantautori utilizzati come collante politico per una relazione che avrebbe dovuto invece illuminare finalmente un sentiero, indicare una strategia, dare concretezza a un’agenda finora piena di slogan e di ritardi", scrive Roncone.
Questione di Pantheon, insomma, che non è solo "colore". In tanti, preoccupati, ricordano le citazioni dei predecessori, tutte da filosofi, politologi, Papi, maestri della letteratura e del teatro "Enrico Letta citava Papa Francesco e Jacques Delors, Luigi Pirandello e Alessandro Manzoni - ricorda il Corsera - Matteo Renzi passava da Blaise Pascal a John Steinbeck, da Joseph Conrad al Riccardo III, Dario Franceschini andava da Aldo Moro a Victor Hugo, Nicola Zingaretti da Gramsci a Greta Thunberg", per non parlare di Walter Veltroni e i richiami a Enrico Berlinguer, don Milani, Vittorio Foa e T.S. Eliot".
La Schlein invece che fa? Si fa indicare la strada da Daniele Silvestri ("Concentriamoci sulle cose che abbiamo in comune, che sono 4.850…"), Niccolò Fabi ("Tra la partenza e il traguardo, c’è tutto il resto"), Diodato ("Se ai nostri elettori chiedessero di dedicarci una canzone, una di queste probabilmente sarebbe Fai rumore") e poi frasi a effetto, slogan, semplici supercazzole.
Sarà per questo che "il più cinico tra i cacicchi dem, pensando alle prossime Europee, canticchia sottovoce Lucio Dalla: «L’anno che sta arrivando/ tra un anno passerà/ io mi sto preparando/ è questa la novità…»", chiosa Roncone. Traduzione: il ritornello dell'era Schlein, rischia di essere molto rapido e per nulla riuscito.