Il tassello
Silvio Berlusconi e la nave in Colombia: la testimonianza
Chiunque associ Silvio Berlusconi all’idea di una nave, riporta alla luce “Azzurra”, il mezzo da crociera con cui il fondatore di Forza Italia condusse la campagna elettorale del 2000. E invece no, di nave ce n’è anche un’altra. Percorre, ancora oggi, tutta la costa colombiana, da Nord a Sud, e si spinge anche all’interno, imboccando i fiumi. È una nave-ospedale che cura soprattutto bambini e donne. La storia la racconta a Libero Diego Posso, paramedico colombiano che spesso viene in Italia. Ed è una storia, meravigliosa, iniziata alcuni lustri fa. Anzi, spiega Diego, «proprio giovedì cadevano i 15 anni esatti dalla sua inaugurazione». Ecco, dunque, questa specie di favola: «Era circa il 2007 e lavoravo al San Raffaele di Milano», la struttura ospedaliera che per tanti anni ha seguito Berlusconi, e dove, purtroppo, è venuto a mancare lunedì scorso. «I macchinari sanitari che venivano dismessi dal San Raffaele, io li portavo in Colombia», ricorda Diego «perché lì erano molto utili. E un giorno mi venne un’idea: una nave ospedale». Nel Paese infatti, molte strade non sono granché praticabili, utilizzare le vie d’acqua è più comodo specie per raggiungere le zone interne. «Ne parlo a Don Verzè, che si è innamorato di questo progetto». Don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele scomparso nel 2011, come noto era molto amico di Berlusconi.
E infatti gliene parla. «Berlusconi rimane entusiasta e dona di tasca sua 500mila euro per il progetto». Un ulteriore aiuto, poi, è arrivato dalla ‘Fabbrica del sorriso”, la campagna di raccolta fondi di Mediaset. Dunque grazie all’iniziativa di Berlusconi, alla cui donazione poi se ne sono aggiunte altre oltre ai contributi di alcuni enti, quell’obiettivo può diventare realtà, e da 15 anni la “San Raffaele” (questo è il nome della nave, promossa dalla Fondazione italocolombiana Monte Tabor), solcando le acque caraibiche porta aiuto a chi ne ha bisogno. «In tutto ci siamo occupati di 634mila pazienti, 34mila solo lo scorso anno. A bordo ci sono pediatri, ginecologi, internisti, oculisti, una farmacia e un laboratorio d'analisi». Peraltro, aggiunge, «proprio per tutto ciò che facciamo a favore delle popolazioni locali ci rispettano tutti, l’esercito come i gruppi armati e le bande di narcos. Non abbiamo mai avuto problemi, in un territorio molto difficile».
E poi c’è un aneddoto che dimostra quanto Berlusconi si fosse affezionato a quel progetto. «Sarà stato nel 2009 Alvaro Uribe, allora Presidente della Colombia, arriva in Italia, ed ovviamente ha un colloquio con Berlusconi che in quel momento era premier. Quest’ultimo, durante l’incontro, esordisce proprio parlando della nostra nave. Come faccio a saperlo? Me l’ha detto Uribe in persona, la sera stessa, durante il ricevimento all’ambasciata dove ero invitato. E anzi, mi aveva anche chiesto come avessi fatto ad arrivare ad una persona così importante come Berlusconi». I ricordi, poi, proseguono con qualche aneddoto di quando ebbe modo di incontrare il Cav. «Un paio di volte, era venuto al San Raffaele per i suoi controlli, e parlammo. Era molto cordiale, anzi, lo definirei amabile e carismatico, perché davvero irradiava una carica incredibile».
Dunque, ora, ancor più pensando a quel sogno realizzato della nave-ospedale e a quante persone è stato possibile curare, Diego sottolinea il dolore causato dalla scomparsa del leader di Forza Italia. «E’ dispiaciuto tantissimo, sia a me sia a quanti lavorano sulla nave e ne conoscono la storia dall'inizio». Per questo, ha preparato già una grafica. Si vede, in primo piano, l’immagine del Cavaliere e, sullo sfondo, la nave, tra le acque ed un bel cielo al tramonto. E una scritta «Grazie Presidente per il suo sostegno». Diego, che per qualche giorno è in Italia, assicura: «La faccio stampare e la porterò quanto prima ad Arcore, per appenderla all’ingresso». Insieme a tutti gli altri cimeli e segni d’affetto che, da ormai una settimana, definiscono una parte della misura di quel sentimento che Berlusconi ha creato nel Paese.