Verso il voto
Forza Italia, "non si presenta il simbolo": ecco la soglia minima
Antonio Tajani sarà il "presidente reggente" di Forza Italia fino allo svolgimento del Congresso: con ci sono molti dubbi, infatti, su chi prenderà le redini del partito per portarlo alle Europee del 2024. Il co-fondatore del partito azzurro, forte di un nuovo endorsment del Ppe, con la benedizione della famiglia che per ora si è tirata fuori dalla politica e in ottimi rapporti con Giorgia Meloni, oggi illustrerà le fasi del prossimo futuro di FI insieme ai capigruppo Barelli, Ronzulli e Martusciello in rappresentanza degli europarlamentari: tutte le anime del partito che dovranno darsi da fare per far crescere nei sondaggi il partito orfano del Cav.
Di certo c'è che Tajani manterrà la carica di reggente fino al congresso che, secondo quanto riporta il retroscena di Paola Di Caro sul Corriere, con ogni probabilità non si farà prima del 2024. In sei mesi l'ex presidente del Consiglio Europeo dovrà testare la consistenza del partito azzurro: se Forza Italia crescerà nei sondaggi come sta succedendo ora (l'ultima rilevazione dava Fi in positivo di due punti) si andrà al Congresso e verrà eletto il nuovo Presidente che porterà gli azzurri al voto di primavera.
Se al contrario, l'entusiasmo per il partito di Brelusconi dovesse scemare, si valuterebbe l'ipotesi di non presentare il simbolo per evitare di non raggiungere la soglia di sbarramento al 4% come prevede la legge elettorale europea. Ma nulla è perduto: il Congresso, si legge sul Corriere, stavolta sarà "vero", con ruoli di vertice contendibili. Magari anche sulla linea si potrà discutere, su nuovi allargamenti, se è vero che anche Berlusconi con i suoi fedelissimi aveva parlato di un’ipotesi di allargamento del partito ad altre forze centriste con riferimento al Ppe, magari modificando anche il simbolo. Quindi i tempi saranno importanti. E la tregua fra tutti siglata, ma perché regga bisognerà muoversi con abilità.
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