Rosiconi
Berlusconi, l'ultima vergogna rossa: raccolta firme contro il Cav
Mancavano solo le petizioni on line e le campagne social di protesta. Da ieri ci sono anche quelle. La lista degli odiatori di Silvio Berlusconi, sarebbe meglio dire dei rosiconi, si ingrossa. Sull’immancabile change.org l’astigiano Patrizio Onori, attivista Lgbt ex presidente dell’Asti Pride, ha iniziato a raccogliere le firme contro funerali di Stato, lutto nazionale e sospensione delle votazioni parlamentari: «Una sorta di ipnosi collettiva», da «Italietta». Invece Potere al Popolo da oggi si farà promotore di una campagna social di protesta contro la giornata di lutto nazionale, bollata come «scandalosa» al grido di «Lutto Stato-mafia. Non in mio nome».
Poi continuano i funeral party. Come quello organizzato a Bologna, in vicolo Bolognetti, dal collettivo Labas. Eloquente la locandina per pubblicizzare l’evento: «Sì ok, era meglio fosse successo trent’anni fa, ma così non fu e ora si festeggia comunque senza alcun rispetto». Evento che ha aperto un caso politico, visto dal centro sociale, come denuncia Fratelli d’Italia, proviene «parte della lista Coalizione civica, la sinistra estrema che sostiene il sindaco Lepore». Primo cittadino per questo finito nel mirino del centrodestra. Sempre fuori dal “palazzo”, una menzione la strappa Marianna Panzarino dei Fridays for future, ovvero i “gretini”, che a Berlusconi riserva questa definizione: «Una persona che ha calpestato la dignità delle donne e solidarizzato con criminali d’ogni livello, uno tra tutti Vladimir Putin». Dalle ex Sardine si leva la voce di Jasmine Cristallo, ora nel Pd, che giudica tutto quello che sta accadendo a livello di celebrazioni «inopportuno», un «grottesco processo di beatificazione in atto».
Poi c’è la politica. Ieri si è trattenuto a stento l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso: «Il lutto nazionale perla morte di Berlusconi è una decisione politica del governo in carica. Non ho altro da aggiungere». Aggiunge eccome, invece, Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo, che si scaglia contro «una narrazione enfatica utilizzata come una sorte di autoassoluzione di massa per vizi e compromessi in danno dei valori della nostra Costituzione». E se Rosy Bindi, dopo l’affondo di due giorni fa, ieri ha parzialmente ammorbidito la sua posizione - «se io fossi ancora in Parlamento, ai funerali ci sarei andata» - il duro e puro Angelo Bonelli ostentatamente frequenta palazzo Montecitorio per marcare la sua differenza rispetto ai suoi colleghi in lutto.
«Fermando i lavori d’aula e le votazioni per ben sette giorni non si fa un buon servizio al Paese, non è mai accaduta una cosa del genere», attacca il leader dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Dopo il rifiuto a partecipare alle esequie da parte di Giuseppe Conte, che oggi spiegherà i motivi della scelta sui social, il M5S tiene naturalmente il punto. «A Milano è andata in onda un’offesa a tutte le vittime di mafia», protesta il deputato Davide Aiello. Gli esponenti grillini in commissione di Vigilanza sulla Rai attaccano la «beatificazione» della figura di Berlusconi «da parte dell’intero sistema televisivo nazionale». «La celebrazione postuma non è un corretto esempio di informazione», scrive sui social il deputato Dario Carotenuto. E la vicecapogruppo in Senato, Alessandra Maiorino, si scatena contro il giorno di lutto nazionale: «Un abuso di potere, una manifestazione di arroganza, uno sfregio alla democrazia».