Lo scenario politico
Giorgia Meloni, bomba dell'alta finanza: "Cosa cambia per lei dopo la morte del Cav"
Oggi sono i giorni del lutto, ma da domani la politica italiana inizierà a parlare seriamente di cosa sarà di Forza Italia dopo Silvio Berlusconi. La morte del Cav è stato uno choc perché, nonostante l'età e i sempre più frequenti guai di salute, il Cav continuava ad avere una sua centralità nel centrodestra e nel dibattito dentro e fuori il Parlamento. Gli azzurri, pur ridimensionati nei numeri delle urne e nei sondaggi, erano ancora una "chiave" per la maggioranza e ogni assetto, anche il più fantasioso, finiva per tirarli in ballo.
Senza il fondatore, lo scenario più pronosticato è quello dello "smembramento" dei moderati, attratti chi verso il centrosinistra (l'area dell'ormai ex Terzo Polo, dai renziani di Italia Viva all'Azione di Carlo Calenda) chi verso la "destra" vera e propria, dalla Lega a Fratelli d'Italia. In questo caso, riflette il Financial Times in un editoriale sul futuro del centrodestra italiano, si creerebbe "una opportunità politica" per Giorgia Meloni, quella di costituire un grande partito di destra. Sarebbe la premier in carica, insomma, "la vera erede politica". E senza una possibile opposizione di Berlusconi, il progetto di creare un grande partito conservatore in grado di egemonizzare l'area sia in Italia sia in Europa potrebbe essere un po' più vicino.
Il prestigioso quotidiano economico e politico di Londra, espressione della City e "occhio" della grande finanza, ha raccolto il pensiero di diversi analisti politici di casa nostra (Giovanni Orsina, Roberto D'Alimonte, Marianna Griffini) è una indagine piuttosto impietosa sullo stato di salute del partito fondato da Berlusconi nel 1994 e da allora sempre guidato dal Cav, che negli anni ha sì "allevato" i suoi potenziali eredi (da Angelino Alfano a Giovanni Toti, da Roberto Fitto all'"esterno" Stefano Parisi) salvo poi separarsi da loro, quasi sempre in maniera piuttosto traumatica.
Se Antonio Tajani, storico numero 2 di Forza Italia e vertice istituzionale e governativo del partito, rappresenta la logica "transizione", per il futuro al momento sembrano pochi i nomi spendibili. Non sarà Marina Berlusconi, figlia primogenita del Cav da anni identificata come la "Delfina" anche in politica ma che ha costantemente smentito ogni tentazione di scendere nel'agone romano. Poteva esserlo Mara Carfagna, ma la rottura dopo la sfiducia al governo Draghi nel luglio del 2022 ha portato al suo addio. Certo, però, nulla oggi può essere dato per scontato.