Decima Mas, Saviano e dintorni

Elly Schlein, la compagna Paola e gli insulti alla Marina

Tommaso Montesano

Non una, ma tre stories sul proprio account Instagram per rilanciare gli attacchi di Roberto Saviano alla Marina militare, accusata di «pericolosissima contiguità con la cultura fascista». Paola Belloni, compagna di Elly Schlein, la pensa come lo scrittore, che su Fanpage è tornato a denunciare- partendo dall’«omaggio alla Decima Mas da parte degli incursori Comsubin durante la sfilata del 2 Giugno» - il «revisionismo» del governo.

Paola, che all’inizio predicava riservatezza («torno alla mia vita privata»), ora non si nasconde. Prima rilancia la copertina del lunghissimo pezzo di Saviano - Titolo: «Non celebravano la Decima Mas di Borghese? Questa foto ritrae il figlio di Junio Valerio Borghese, Andrea, ospite della Marina militare. Sulla Decima Mas avevamo ragione noi, ecco le prove» - poi un post di Michela Murgia, nel quale la scrittrice rivendica le denunce del collega a proposito di quanto accaduto il 2 Giugno: «Se non sei un giornalista/fact checker di quelli che in questi giorni hanno dato dei cialtroni disinformati a me e a Saviano, non leggere questo post, non è per te». Infine pubblica il link con le considerazioni di Saviano, preceduto da un eloquente «proviamo a leggerle? Sono tutte qui».

 

 

 

Sono lontani i tempi in cui Paola, ripresa con Elly dal settimanale Diva e Donna, denunciava l’«atto ingiusto» di pubblicizzare «l’intimità affettiva di una persona», implorando di conservare una «vita privata». Peccato che essendo la «compagna di una figura pubblica»- la segretaria del Pd, il principale partito di opposizione- le sue considerazioni politiche suscitino clamore. E allora viene da chiedersi se Elly condivide quanto rilanciato da Paola. Ovvero quello sterminato atto d’accusa di Saviano contro le nostre Forze armate, tacciate di «commistione» con i «simboli fascisti» a causa della Decima Mas. E tutto per quel grido - «Decima!» - degli incursori della Marina sotto il palco di via dei Fori Imperiali, cui il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha risposto con il gesto della vittoria.

 

 

 

 

Da lì inizia la caccia di Saviano al nostalgismo delle Forze armate (e quindi, tramite la Difesa, del governo). Il primo appiglio è una foto che ritrae il figlio di Junio Valerio Borghese, Andrea Scirè Borghese, in una cerimonia del 2019 a Taranto in occasione di un “cambio comando”. Immagine rilanciata su Facebook, all’epoca, non dalla Marina, ma da un gruppo di reduci, i “Reduci Capo Bon 1941”. Da una foto con il figlio di Junio Valerio Borghese - le imprese della Decima Flottiglia Mas prima dell’armistizio dell’8 settembre 1943 sono commemorate dalla Forza armata, che sul sito istituzionale ricorda le motivazioni della medaglia d’oro al valore militare - Saviano si domanda come mai la Marina non abbia «respinto l’eredità del principe Borghese». 

 

 

 

Il secondo appiglio è un «documentario del 2009» in cui l’ammiraglio Gino Birindelli, comandante del Comsubin a metà degli anni ’50 e poi deputato del Msi, elogia Borghese, definito «un grande soldato». Tanto basta a Saviano per rivendicare di aver «acceso una luce» sul passato «laboratorio» per il presente.