Farsi male con stile
Pd, Schlein sul caso Paolo Ciani: "Ho garantito il pluralismo"
Alla polemica che vede un deputato non iscritto al Pd eletto vicecapogruppo alla Camera, Elly Schlein risponde così: "Garantiamo il pluralismo". Tutto vero. Da una neo segretaria già nel mirino del suo stesso partito, l'unica giustificazione è questa. E pare proprio non bastare. Schlein è infatti riuscita nell'impresa di sostituire il figlio di Vincenzo De Luca, Piero, e piazzarci Paolo Ciani. Peccato però che quest'ultimo non sia tra gli iscritti e non sia nemmeno d'accordo nella linea tenuta fino ad ora sull'Ucraina.
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Poco importa alla leader che spiega: "Abbiamo promesso e ci siamo impegnati a garantire pluralismo all'interno dei gruppi parlamentari, abbiamo lavorato in questo senso. Era giusto ci fossero due vicari che non hanno votato per me al congresso, ed era giusto che ci fossero rappresentanti di altri partiti eletti nelle nostre liste, sono stati tutti valorizzati e tutti possono portare il loro contributo".
Ma a De Luca, che già con Schlein non vantava grandi rapporti, il demansionamento del figlio non è piaciuto affatto: "In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic". E incalzato dai cronisti si è trattenuto: "In questa stanza sono vietate le brutte parole". Non da meno Piero De Luca: "Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore. Io credo che un grande partito come il Pd debba rilanciarsi parlando di temi, di contenuti, di idee, di progetti, anche di sogni per il futuro del Paese. Debba in sostanza parlare di qualcosa, non lavorare contro qualcuno".