Il ricevimento
Giorgia Meloni, la frase rubata al Quirinale: "Siete origliatori seriali..."
Ore 19. C’è una fila che attraversa tutta piazza del Quirinale e arriva davanti alle Scuderie. E già questo permette un primo discrimine antropologico. Sono tutti importanti e hanno tutti l’invito al ricevimento nei Giardini della Presidenza della Repubblica. Ma alcuni di più. Ministri, sottosegretari, presidenti di Commissione mettono la freccia e passano. Qualcuno ci prova. Per esempio Roberto Fico. L’ex presidente della Camera non ha un ruolo, non più. Ma gli è rimasto il riflesso condizionato della terza carica dello Stato. Allunga il passo. Pare Leao. E si infila. Si arriva dentro. Saltano le gerarchie, ora tutti sono uguali. Per esempio tutti devono fare la fila per assicurarsi un calice di Franciacorta. Però, quando vedi una nuvola di persone muoversi a fatica, capisci che lì in mezzo c’è qualcuno che conta davvero.
Primo flash: Sergio Mattarella in mezzo a Mario Draghi e Vittorio Sgarbi. L’ex premier al Capo dello Stato: «Lo conosci lui?», indicando il critico d’arte e spianando un sorriso. Sgarbi prende la palla al balzo: «Presidente, sei stato fantastico sul libro della Roccella!». E Mattarella annuisce: «Un libro è un libro». Nel senso: non si può impedire una presentazione. In seguito la stessa ministra avrà modo di ringraziare l’inquilino del Colle per le sue parole della scorsa settimana.
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Secondo flash: brindisi con le alte cariche dello Stato sulla terrazza che dai giardini domina il centro di Roma. Ci sono i presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, con le rispettive mogli. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni - in giacca beige ricamata, su pantaloni in tinta e décolleté con swarovski - accompagnata dal compagno Andrea Giambruno. «Un brindisi alla Repubblica». Meloni ha alzato il calice con il presidente Mattarella, Fontana e La Russa. Breve passeggiata fino all’affaccio sulla terrazza dei giardini del Quirinale. Mattarella e Meloni si sono intrattenuti per diversi minuti in una conversazione anche con la presidente della Corte Costituzionale. Ammirando la vista su Roma, Meloni ha indicato Montecitorio, «là c’è il mio ufficio».
Terzo flash: Meloni che passa in processione come la Madonna di Piedigrotta. Un metro ogni cinque minuti. Nel tragitto incontra parlamentari, ministri (lungo colloquio con Tajani), diplomatici, manager, giornalisti («Origliatori seriali»), sindacalisti («Presidente, se non ci saluti...», scherza Bombardieri, Uil), la campionessa Sofia Goggia, il tenore Andrea Bocelli («Ti voglio bene»). Quarto flash: ampia delegazione di governo. Tra gli altri, i vice premier Antonio Tajani e Matteo Salvini, quest'ultimo con la fidanzata Francesca Verdini, in bustier nero e ampia gonna bianca a fantasia. E ancora: Guido Crosetto, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida con Arianna Meloni, Gennaro Sangiuliano, Andrea Abodi, e Elisabetta Casellati. Poi i vice presidenti di Montecitorio, Giorgio Mulè, Fabio Rampelli, Anna Ascani. Presenti anche gli ex presidenti del Consiglio Monti e Dini.
Quinto flash: la sinistra. Per l’opposizione, prima volta da segretaria dem per Elly Schlein, in tailleur pantalone nero, con camicia azzurra fantasia cachemire, accompagnata dalla capogruppo Chiara Braga. In tinta. Avranno condiviso l’armocromista. Poi ci sono Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Massimo D’Alema. E Luciano Violante (che saluta affettuosamente Meloni). Premio eleganza per Mara Carfagna, in abito rosso lungo intonato con le suole delle Louboutin.
Ultimo flash: gli imprevedibili. Primo fra tutti Luigi Di Maio. Il nuovo inviato dell’Ue nel Golfo Persico naviga con destrezza tra i nuovi potenti, saluta tutti i ministri, si intrattiene con i parlamentari e sottosegretari del centrodestra, saluta affabilmente il nuovo presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Insomma: nessun problema di integrazione.