Calcoli sbagliati

Elly Schlein, il boomerang delle tende: la protesta le si ritorce contro

Tommaso Montesano

Ma quale impeto solidaristico. Dietro l’improvvisa passione del Pd di Elly Schlein per gli studenti accampati in tenda contro il “caro affitti” nelle grandi città, c’è un semplice calcolo elettorale: sfruttare il malcontento per una stanza troppo costosa per attaccare il governo. E pazienza se l’emergenza abitativa riguardi i centri metropolitani dove l’amministrazione è targata Pd e centrosinistra, che certo in questi anni non hanno brillato nelle politiche di “housing sociale”. Che si sia trattato di un cinico calcolo opportunistico, appena montata la polemica con i primi “campi” di studenti davanti alle università, lo testimonia l’“inversione a u” di Schlein quando l’attenzione era tutta concentrata sulle consultazioni di Giorgia Meloni per l’avvio del percorso delle riforme istituzionali. Tre giorni fa, la segretaria del Pd ha dato l’ordine del contropiede: dal dibattito su presidenzialismo e premierato, focalizzare l’attenzione sulla protesta dei “fuori sede”. «Siamo vicini a studenti e studentesse che stanno protestando contro il “caro affitti”: è diventato impossibile per loro trovare una casa» (10 maggio). E ancora: «Serve investire di più sugli alloggi popolari. Il tema della casa è per noi centrale» (sempre il 10 maggio, dall’Umbria). L’avvisaglia c’era stata pochi giorni prima, quando la stessa Schlein aveva messo il cappello sulla mobilitazione di Ilaria, la studentessa che dorme in tenda davanti al Politecnico di Milano diventata il simbolo dell’agitazione. Tra lei ed Elly era andata in scena anche una telefonata, con conseguente sostegno della segretaria alla protesta.

 


NARRAZIONE IN BILICO
A quel punto è entrato in scena il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che in modo garbato, ma fermo, ha fatto notare che certamente l’esosità di una stanza in affitto «è un problema grave serio», ma guarda caso l’emergenza «tocca città governate dal centrosinistra». «Evidenzio con molta pacatezza come nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle Giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso». Apriti, cielo: dal Pd è partito il fuoco di sbarramento all’indirizzo del ministro a colpi di «Valditara senza vergogna». Tra i più critici, Pierfrancesco Majorino, consigliere regionale dem con un passato da assessore alle Politiche sociali di Milano.


Il particolare non è secondario, visto che proprio il capoluogo lombardo guida la classifica delle città dove in media una stanza in affitto costa di più: 628 euro al mese. E chi c’è al secondo posto? Bologna, con 467 euro. E terza è Roma, che con 452 euro precede di poco Firenze, dove per una sistemazione occorre sborsare 433 euro. Queste quattro città hanno un aspetto in comune: sono tutte guidate, e da tempo, da sindaci del Pd alla testa di una maggioranza di centrosinistra. E allora è utile ricordare cosa è accaduto finora, in termini di contrasto all’emergenza abitativa, in queste grandi città. Due esempi su tutti: Milano e Roma. Nel capoluogo lombardo il sindaco, Giuseppe Sala, ha dato il via libera agli studentati privati vip costruiti da Hines, una società privata di investimento immobiliare globale (600 posti letto in zona Bovisa da completare entro il 2025) dove è presumibile che i costi per gli studenti saranno superiori a quelli di mercato.

 

 


Lo stesso schema andrà in scena a Firenze, dove i posti letto saranno circa 500 nell’ex manifattura Tabacchi. Quanto a Roma, è noto l’elenco degli alloggi occupati sottratti alla collettività e, di conseguenza, alle esigenze sociali: nella Capitale di Roberto Gualtieri si stima che siano circa 7 mila gli appartamenti occupati, soprattutto in palazzi di proprietà degli enti previdenziali e in case popolari. Poi ci sono altri 92 edifici di grandi dimensioni occupati, al 90% di proprietà di società immobiliari. Insomma: spostare l’attenzione sui Comuni tutt’altro che virtuosi indebolisce, e di molto, la narrazione anti-governativa del Pd.


ALTRE PROTESTE
Intanto il governo, dopo aver sbloccato 660 milioni di euro per garantire 60mila nuovi alloggi per gli studenti fuori sede (altri 400 milioni di risorse proprie, per ulteriori 14mila posti letto, li ha stanziati il ministero dell’Università), ha avviato la procedura per la mappatura degli immobili liberi che potranno essere destinati ad alloggi o residenze universitarie. L’obiettivo è raggiungere il target di 52.500 posti letto nell’ambito dell’attuazione del Pnrr. Sul sito del ministero dell’Università e della Ricerca, infatti, è stato pubblicato l’avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la messa a disposizione, su tutto il territorio nazionale, di immobili da convertire a studentati. Le domande potranno essere presentate entro il prossimo 11 luglio. L’agitazione degli studenti, però, non si ferma: tende sono comparse anche a Verona e Napoli. In Veneto l’unione degli universitari punta alla contestazione del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che sarà in città il 19 maggio. In Campania, invece, le tende sono apparse nel giardino dell’ateneo Federico II.