Presidente Inps

Tridico al veleno contro il governo: "Vergogna, al limite dell’infamia"

"Una decisione immotivata, indegna, incomprensibile sul piano istituzionale e gestionale": Pasquale Tridico commenta così la scelta del governo di commissariare l'Inps, ente di cui era presidente dal marzo del 2019 dietro la forte spinta di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Erano stati l'ex premier e l'ex ministro ad affidargli quel ruolo così delicato.

 

 

 

"Negli ultimi quattro anni siamo riusciti a portare all’istituto grandi risultati. Non parole od opinioni, fatti - ha rivendicato Tridico alla Stampa -. Ho fatto dodicimila assunzioni, di cui cinquemila solo nel mese di aprile. Nell’ultimo quadriennio la produttività della struttura è aumentata del venti per cento. Abbiamo raddoppiato gli investimenti digitali e raggiunto il 75 per cento degli obiettivi del Piano nazionale delle riforme". E ancora: "I tempi di liquidazione delle pratiche entro i primi quindici giorni sono migliorati: dal 70 all’80 per cento".

 

 

 

Secondo voci di corridoio, pare che sia quasi certa una sua candidatura alle prossime europee, di comune accordo con Conte, con cui ha sempre mantenuto "rapporti eccellenti". Lui però alla Stampa ha detto di voler tornare "all’insegnamento, il lavoro più bello del mondo. Non farò ricorso, sto bene così, non chiedo altro: ho servito il mio Paese e questo mi basta". Nonostante questo, lui continua a ritenere la decisione del governo "una vergogna, al limite dell’infamia".

A irritare Tridico è il commissariamento: "Gli enti si commissariano per malaffare, dissesto finanziario, per cambiare un vertice inefficiente. Non era questo il caso". La scelta "è stata politica e riguarda sia noi che I’Inail. Un atto di aggressione politica, un danno anzitutto alla credibilità dell’istituzione".