Pax interna già finita?

Schlein spacca il Pd: la mossa che può farla cadere (subito)

Elisa Calessi

La pax interna che Elly Schlein è riuscita, fin qui, a garantire – nonostante i malumori per il puzzle degli incarichi e per uno spostamento a sinistra su molti temi – rischia di sgretolarsi su un progetto concretissimo, fatto di mattoni. Quello attorno cui, da mesi, discute la politica romana: il termovalorizzatore per smaltire i rifiuti della Capitale. Un’opera difesa a spada tratta da dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che pure è del Pd. Ma osteggiato da un’ampia parte dei dem, a partire da quelli più vicini alla segretaria: da Annalisa Corrado, neo-responsabile all’ambiente, a Sandro Ruotolo, che nella segretaria dem ha la delega ha informazione e cultura. Su questo Schlein ha cercato, fin qui, di prendere tempo. Ma i nodi verranno, prestissimo, al pettine.

LA MOZIONE
Dovrà farlo a giorni, a ore, perché Alleanza Verdi e Sinistra non solo ha presentato una mozione su questo punto (che verrà calendarizzata più avanti), ma anche degli ordini del giorno al decreto Pnrr, che va in Aula in questi giorni. Cosa farà, a quel punto, il Pd? «L’inceneritore non risolverà il problema», ha spiegato in un video il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli. E ha spiegato le ragioni del gesto politico: «I rifiuti a Roma devono essere levati dalla strada e questo obiettivo lo possiamo raggiungere con una migliore organizzazione dell’Ama, portando i lavoratori a spazzare le strade» oltre a una «raccolta differenziata potenziata, cosa che non accadrebbe con l’inceneritore». A incalzare il Pd, poi, non è solo la sinistra. Anche il M5S, da sempre contrario al termovalorizzatore, sta pensando di presentare un proprio ordine del giorno.

A quel punto il Pd si troverà stretto tra l’incudine (la decisione di un suo sindaco) e il martello (la posizione degli alleati-concorrenti a sinistra). Una linea, quest’ultima, condivisa da una parte dello stesso Pd, peraltro quella più vicina a Schlein. «Nei prossimi giorni discuteremo. Faremo una discussione molto aperta, responsabile e senza pregiudiziali», ha spiegato ieri il responsabile iniziative politiche del partito, Marco Furfaro, molto vicino alla segretaria. Mentre con il primo cittadino della Capitale è schierato Stefano Bonaccini, presidente del Pd: «È un’evidenza che dove ci sono itermovalorizzatori il ciclo dei rifiuti funziona meglio, la raccolta differenziata è più alta, l’economia circolare avanza» e «si produce anche più energia elettrica», ha spiegato ieri.

E a difesa di questo progetto si è pronunciata, ieri, anche Silvia Costa, della direzionale nazionale del Pd e di area cattolica: «La piena attuazione del piano per il ciclo dei rifiuti a Roma è una condizione essenziale per garantire un futuro sostenibile ai cittadini romani.Il sindaco Gualtieri e l’assessora Sabrina Alfonsi stanno garantendo in tempi eccezionali la realizzazione dei punti essenziali del piano compresa la prossima aggiudicazione della gara per il termovalorizzatore». Un problema, forse davvero il primo, per Elly Schlein, che giovedì riunirà la direzione nazionale appena formata.

REFERENDUM
Nel travaglio dei dem, per il momento sottotraccia, si insinua, poi, la proposta dei Radicali italiani di indire un referendum tra i cittadini della Capitale. Ma prima di questo, il rischio è che il Pd si divida in Aula sull’ordine del giorno di Avs. Da una parte la sinistra e il M5S, dall’altra il Terzo Polo ormai diviso, ma su questo tema unito, come ha ribadito, ieri, Carlo Calenda: «Non c’è opera più urgente per Roma del termovalorizzatore. E non c’è opera più green. Sostenerne la realizzazione senza se e senza ma è un dovere civico». Stessa posizione di Italia Viva. Il Pd da che parte starà?