Il rogo di Primavalle
Meloni sul rogo di Primavalle: "Punto di non ritorno della violenza politica"
Oggi, 16 aprile 2023, è il 50esimo anniversario del rogo di Primavalle. Una ferita insanabile per la destra italiana: Virgilio Mattei, 22 anni, e il fratellino Stefano, di soli 8 anni, morirono tra le fiamme a causa dell'azione criminale degli estremisti di sinistra. Il tutto a Roma, nel loro appartamento dato alle fiamme da un gruppo di Potere Operaio. L'obiettivo era Mario Mattei, un ex netturbino, che all'epoca aveva 48 anni er era segretario di una sezione del Msi.
Un orrore che nessuno scorda. E che non scorda nemmeno Giorgia Meloni, che nel giorno del 50esimo anniversario del duplice efferato omicidio spende parole dal grande peso specifico. "Con il rogo di Primavalle e il barbaro assassinio di Stefano e Virgilio Mattei, il nostro popolo è stato costretto a prendere coscienza di una realtà che si andava affermando ma che in tanti continuavano a voler ignorare: l'odio cieco e totale nei confronti dell'avversario politico. Un odio allo stato puro che stava divorando la mente e il cuore di molti e che stava avvelenando la Nazione", premette il premier in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei, in occasione della commemorazione.
E ancora: "L'atroce uccisione di due giovani innocenti di 10 e 22 anni, colpevoli di essere figli del segretario della locale sezione del Movimento Sociale Italiano, fece toccare alla violenza politica un punto di non ritorno. La terribile strage di Primavalle non è rimasta, purtroppo, isolata. Ad essa è seguita una lunga catena di morte e dolore che ha insanguinato le nostre città, ha distrutto intere famiglie e ha segnato per sempre la vita di tanti nostri connazionali, lacerando il nostro tessuto sociale e contribuendo a spalancare le porte all'abisso del terrorismo".
"Erano gli anni dell'odio, come ha correttamente sottolineato il senatore Verini giovedì scorso nell'Aula del Senato della Repubblica - riprende Meloni -. Sì, erano gli anni nei quali l'avversario politico era un nemico da abbattere, erano gli anni dei cattivi maestri sempre pronti a giustificare anche il più orrendo dei crimini o a costruire false verità per coprire i responsabili, erano gli anni delle fazioni contrapposte e della delegittimazione reciproca. Il popolo italiano ha saputo superare quegli anni così duri. Non lo ha fatto senza difficoltà. Le cicatrici delle profonde ferite subite ne sono il segno concreto e, spesso, tornano a far male. Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare ciò che è successo. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l'hanno sacrificata ad un'ingiusta violenza", rimarca. "Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l'Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale", conclude il suo sentito messaggio Giorgia Meloni.