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Renzi, 10 "siluri" contro Carlo Calenda: "Dai soldi a La Russa, tutte le sue balle"
Terzo Polo accantonato. Con il progetto di un partito unico naufragato, Matteo Renzi e Carlo Calenda non se le mandano a dire. Il leader di Italia Viva incolpa quello di Azione, mentre Calenda rinvia le accuse al mittente. E così, in questo clima incandescente, Italia Viva smonta quelle da loro definite "fake news". Sono dieci in totale. Si inizia con il biasimo di Azione all'ex premier che non avrebbe voluto sciogliere Iv. "Falso - farebbero sapere gli ormai ex alleati -. Italia Viva si sarebbe sciolta il 29 ottobre 2023". Così come scritto nel documento proposto da Renzi.
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E ancora, balle anche sul fatto che l'ex premier non volesse girare soldi al partito unico. "Italia Viva avrebbe pagato il 50 per cento di tutte le spese". Per quanto riguarda lo stop alla norma sui conflitti di interesse? Una falsità pure questa per Iv: "Renzi proponeva che la norma si applicasse ai dirigenti nazionali e locali". Via con l'altra fake news: "Il problema è stato Renzi alla guida de Il Riformista?". Niente affatto: "Calenda era entusiasta". "È vero che Renzi ha votato a favore di La Russa per una vicepresidenza o della vigilanza?". In questo caso Italia Viva cita la matematica: le due poltrone sono andate a Pd e M5s. L'unica del Terzo Polo è finita ad Azione. Renzi è per caso un lobbista? "Renzi siede in diversi consigli di amministrazione, come prevede la legge", ma "non svolge alcuna attività di lobbying".
Ma non finisce qui: la rottura è per causa politica? "No, solo una scelta personale di Calenda", con cui - si sottolinea - Renzi non ha alcun problema. Non a caso ha permesso al fu alleato di diventare ministro, leader del Terzo Polo e ambasciatore. Allora è tutta colpa della Leopolda? "La Leopolda è sempre stata organizzata, anche Calenda diceva che è straordinariamente bella". Infine l'ultima delle smentite, quella sulla candidatura dell'ex premier al congresso: "Renzi avrebbe dato una mano senza candidarsi".