medico curante
Berlusconi, di cosa soffre davvero: il San Raffaele fa chiarezza
La verità sulla salute di Silvio Berlusconi la dice il suo medico di fiducia, Alberto Zangrillo, il primario di Anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. Mancano due minuti alle 3 del pomeriggio: il “bollettino”, in realtà, è una nota di qualche riga che per la prima volta mette nero su bianco, ufficialmente, la parola “leucemia”. Anzi, scrive proprio “leucemia mielomonocitica cronica”. Il Cav è in terapia intensiva da mercoledì, si sta curando per un’infezione polmonare. Ma ha «una condizione ematologica cronica di cui è portatore da tempo».
La buona notizia è che non ci sono le «caratteristiche evolutive» della malattia acuta; quella meno buona è che servirà tempo. «La strategia terapeutica in atto prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti». Cerchiamo di fare chiarezza, che mica siam tutti dottori: la leucemia, Berlusconi, l’ha scoperta tempo fa (si è saputo da 2 anni). Fino a qualche settimana fa, era riuscito a tenerla a bada. Zangrillo, sui social, qualche ora dopo ha risposto ai “tuttologi di Twitter”: «Basta, parlano di cose che non conoscono».
MALATTIA DEL SANGUE
«Si tratta di una patologia neoplastica del sangue che è stata identificata a sé stante nel 2017», racconta Emanuele Angelucci, il primario di Ematologia del policlinico San Matteo di Genova. Uno, Angelucci, che conosce a menadito la sua materia: «Inizia come cronica, ma ha la tendenza a progredire. Alla base ci sono i moniciti, che sono dei globuli bianchi, i quali aumentano come in tutte le malattie tumorali. È una malattia tipica delle persone anziane». Berlusconi di anni ne ha 86, ha passato una vita a lottare (non solo in politica) e questo gli ha indubbiamente creato una condizione pregressa: il pacemaker messo nel 2006 e sostituto nel 2015, l’intervento alla valvola aortica dell’anno dopo, il Covid del 2020. Tutti fattori da tenere in considerazione. «La leucemia mielomonocitica cronica è trattabile, anche se non guaribile: si può guarire solo con un trapianto di cellule staminali che, però, in genere non viene effettuato a una certa età. Diminuisce, invece, la capacità di difesa dell’organismo perché agisce come un clone: e in questo modo diminuiscono le cellule “normali”, le piastrine e i globuli rossi e vengono meno tutte le funzioni del sangue, alle volte anche con una lentezza molto lunga di anni».
È una patologia abbastanza rara, come spiega, invece, il direttore dell’unità operativa di Ematologia e trapianti di midollo all’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli, Fabrizio Pane: «Si registra circa un caso ogni 100mila abitanti, con espressioni molto eterogenee. Tuttavia una attenta e saggia gestione della patologia e delle sue complicanze può preservare la qualità di vita ed eventuali attività lavorative». Ora lo scoglio più urgente è superare la polmonite che ha reso necessario il ricovero in terapia intensiva di Berlusconi (e vale la pena ricordare che non è intubato, anche se ha iniziato la chemioterapia e la cura antibiotica, appunto, per la polmonite). Il fatto che la leucemia cronica di cui soffre il leader di Forza Italia sia stata individuata solamente sei anni fa ha permesso alla scienza di mettere in campo numerosi studi e ricerche a riguardo, che però sono, per forza di cose, agli inizi.