La pacchia è finita
Salvini, "borseggiatrici incinte? Non saranno più rilasciate"
La Lega esulta. Con un post su Twitter Matteo Salvini incassa l'ennesima vittoria. Oggetto: la detenzione per le borseggiatrici incinte. Con l'aumentare dei furti già denunciati dalla trasmissione Striscia la Notizia, il Carroccio passa dalle parole ai fatti. "Vittoria Lega in commissione Giustizia alla Camera! È passato il nostro emendamento che ferma il vergognoso sfruttamento della gravidanza da parte di borseggiatrici e delinquenti - cinguetta il vicepremier -. Chi verrà sorpresa a rubare non sarà più rilasciata ma sconterà la pena nelle case famiglia, in carceri adeguati o ai domiciliari, nel pieno rispetto della salute sua, dei figli e del nascituro". Salvini la definisce "una norma di buonsenso, realismo e giustizia: ora ci auguriamo che il testo venga portato al più presto in aula, con il voto di tutti".
D'altronde hanno fatto scalpore i servizi del tg satirico di Canale 5, che immortala il degrado delle grandi città, da Roma a Milano. Qui ogni giorno, su metro e mezzi pubblici, ignare vittime vengono letteralmente tratte in inganno e derubati di ogni. Eppure le malviventi la passano sempre liscia. Complice il fatto che spesso e volentieri sono in dolce attesa. "Con un bimbo appena nato? - ha confessato giorni fa una delle borseggiatrici che opera nel capoluogo lombardo -. Non corro nessun rischio. Non mi portano più nemmeno in caserma. Prima ci finivo anche più volte al giorno: sempre rilasciata perché incinta o in quanto madre di neonati".
La beffa è tutta racchiusa nell’articolo 146 del codice penale che stabilisce: "L'esecuzione di una pena, che non sia pecuniaria, è differita: 1) se deve aver luogo nei confronti di donna incinta; 2) se deve aver luogo nei confronti di madre di infante di età inferiore ad anni uno". Insomma, se una ragazza è incinta o madre di un bambino molto piccolo il giudice è obbligato a sospendere la pena. Almeno prima dell'iniziativa leghista.