Il segretario e la leader FdI

Meloni alla Cgil, Landini: "Ascoltatela", lezione alla platea rossa

"Un momento di rispetto e di riconoscimento". Maurizio Landini introduce così la partecipazione di Giorgia Meloni sul palco del Congresso della Cgil a Rimini. Le parole del segretario sono una lezione alla platea più intransigente, che ha accolto la premier e leader di Fratelli d'Italia al coro "Bella Ciao, Bella Ciao" in segno di sfida politica. Una minoranza, rumorosa, ma fortunatamente una minoranza.

 

 

 

"Stiamo per vivere un momento molto importante di questo congresso - esordisce Landini -, abbiamo scelto tutti assieme di fare un congresso aperto, nel senso di voler parlare al Paese con le nostre proposte e di voler parlare con tutti, praticare una parola d'ordine che ci siamo detti: è il momento di imparare anche ad ascoltare, anche chi ha idee e posizioni diverse dalle nostre. Sapere ascoltare è anche la condizione per chiedere di avere il diritto di essere ascoltati. Voglio ringraziare Giorgia Meloni che quando le ho telefonato ha accettato di essere qui, lo vivo come un momento di rispetto e riconoscimento per quel che siamo e perché noi vogliamo non essere spettatori del cambiamento del Paese ma protagonisti". 

 

 

 

 

Pochi minuti prima di entrare al Palacongressi riminese, la Meloni aveva detto: "Non so cosa aspettarmi ma mi sembra giusto esserci". Entrata dal fondo della sala congressuale è stata accompagnata dal leader della confederazione Landini sotto il palco, nello spazio riservato alle autorità, seguita da un servizio d'ordine d'eccezione e una ressa di telecamere e giornalisti. Al momento del suo ingresso, la sala sta applaudendo l'intervento di Madnack Dan, presidente dell'Assemblea del Comitato Centrale della Fiom-Cgil, mentre alcuni delegati sono in piedi agitando i peluche della protesta di questa mattina e altri alzano il testo della Costituzione