L'ipotesi
Cutro, "una messinscena contro la Meloni": una indicibile verità
Hanno fatto molto discutere le immagini della folla che a Cutro ha accolto Meloni e i suoi ministri con urla e lancio di peluche. Il governo è andato nella città calabrese qualche giorno fa in occasione di un Consiglio dei ministri straordinario dedicato a un pacchetto sull'immigrazione dopo il terribile naufragio di domenica 26 febbraio. Per giorni si è parlato di una manifestazione di piazza contro l'esecutivo per le morti in mare. Tra gli slogan urlati contro il governo sono saltate all'occhio parole come "assassini" e "dimissioni", con tanto di accuse sui mancati soccorsi al barcone.
Ma quanti cittadini c'erano davvero in piazza? Il Giornale, per esempio, si chiede quanta fosse la comunità e la cittadinanza locale e quanto invece l'associazionismo di sigle come Cobas e Usb, le associazioni che avevano ottenuto l'autorizzazione a manifestare. Stando a quanto riportato dall’Ansa, alla protesta hanno partecipato certamente Cobas, Usb, e il gruppo "Fabbrikando l’avvenire", costituito da ex dipendenti della Pertusola sud di Crotone, industria chiusa da anni. A questi si sono aggiunti anche collettivi universitari di Cosenza, oltre ad altri movimenti di lotta sindacale.
Il sospetto, quindi, è che si sia trattato solo di una messinscena. Il Corriere della Sera ha raccontato di un avvocato arrivato da Crotone con un mazzo di fogli da distribuire alla gente con le scritte in italiano e in inglese "Non in mio nome". "Quel gruppo laggiù, li vede? Non hanno voluto fogli perché sono qui per dare il benvenuto alla Meloni. Sono molto arrabbiata dalla poca partecipazione della gente di Cutro alla protesta", ha detto.
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