Elly Schlein, il vero piano: ong, porti aperti e "paghette"
Gli applausi dei suoi li conquista (in questa fase i mugugni restano nascosti). In fondo, Elly Schlein è a caccia di bene brava bis. Peccato – per lei e per il Pd – che rinchiuda la sua politica in una ciambella estremista che preclude la conquista del voto, se non il recupero di quelli perduti in direzione Cinque stelle. Si dirà meglio che niente, ma il potere resterà lontano. Perché dipinge l’Italia in malo modo, la neosegretaria del Nazareno. E mettere tutto insieme nel suo partito, che fino all’altroieri era balcanizzato a causa delle correnti, le sarà impossibile. La politica di Elly Schlein è stata declamata ieri in un’intervista a Sky. E a far storcere il muso persino quel richiamo, una specie di denuncia tutta sua, alla necessità di un femminismo vecchissima maniera perché «la società è patriarcale» e «ci sono molte discriminazioni da combattere». Ma il piatto forte sono i migranti, su cui la Schlein ne ha dette davvero tante e tutte incomprensibili. Anzitutto si è fatta accompagnare a mettere la firma su una proposta di legge caratterizzata dalla solita demagogia rossa. Riecco la proposta della scorsa legislatura – intitolata «Ero straniero» – che serve solo ad ampliare le maglie degli arrivi in Italia con molte più facilitazioni per ottenere i permessi di soggiorno.
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VIA TUTTI
Ma poi, Cutro. Che ormai è l’emblema di una sinistra irresponsabile. A Piantedosi la Schlein aggiunge altri ministri che toglierebbe di mezzo. In quello che è successo a Cutro «c’è la responsabilità non solo del ministro dell’Interno ma anche del ministro Salvini, che ha la responsabilità della Guardia Costiera e di Giorgetti, che ha la responsabilità della Guardia di Finanza, e si chiama in causa la responsabilità di chi guida il governo, Giorgia Meloni». Per fortuna i vigili urbani li comandano i sindaci e in questo caso non c’entrano nulla. Insomma, una specie di maxiprocesso, sempre nella logica del bene brava bis. In attesa di quello che potrà dire la Schlein stasera a In Onda come controcanto al consiglio dei ministri che si terrà proprio a Cutro, ne ha approfittato per chiedere al governo di ritirare il decreto sulle Ong. Così in serata avrà qualcosa da dire frignando di non essere stata accontentata... «Se vuole avere senso quel Cdm a Cutro, aboliscano immediatamente il decreto che hanno approvato qualche settimana fa che rende più difficile il soccorso in mare, il decreto sulle Ong. Perché ieri ho scoperto che il ministro che ha fatto sempre la guerra alle Ong, invece ne auspicava la presenza in quel canale. Non devono fare la guerra, decidano di collaborare e di chiedere anche a Rutte di fare una Mare Nostrum europea, questa è la battaglia che il governo italiano dovrebbe fare. Perché è vero, è un mare europeo e quindi servirebbe una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo».
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MORTI DIMENTICATI
Ovviamente, dei morti che Mare Nostrum si è lasciata alle spalle, nemmeno una parola, una lacrima, una preghiera. Alla Schlein non hanno raccontato chi ha combinato tanti disastri in mare nei governi del Pd. È così che giura di essere pronta a rilanciare il suo partito, urla e tessere. Vuole trasformare il Pd nel «partito di tutti» e non è neppure tanto originale. Poi, una stoccata al Terzo polo: «La mia priorità adesso è rilanciare l’azione politica del Pd, il congresso serve a ritrovare un’identità politica chiara», dice Schlein «e a definire i nostri temi, come quello della lotta alla precarietà e alle disuguaglianze. Su questi temi sono aperta al dialogo con tutte le forze alternative alle destre, ma non è la nostra priorità». Calenda e Renzi bye bye. Poi, il lancio dell’amo ai Cinque stelle sul provvedimento che il «Pd di prima» contrastò, il reddito di cittadinanza varato dal primo governo Conte. «Il reddito di cittadinanza poteva essere migliorato, ma durante la pandemia per fortuna c’è stato questo strumento di sostegno al reddito. Colpisce che questo governo nella prima manovra abbia voluto colpire i poveri».
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IL MONDO DALLE NUVOLE
Roba da querela, viste le condizioni in cui il centrosinistra ha lasciato il governo del Paese, dove arrivava sempre senza il consenso degli italiani. Elly Schlein, che evidentemente ha combattuto la povertà dalle nuvole vista la sua vita di sacrifici tra Parlamento europeo, regione Emilia Romagna e Camera dei Deputati alla sua giovane età, non ne azzecca una quando parla di queste cose abbastanza delicate. Il reddito di cittadinanza ha tolto alle persone l’ambizione della ricerca del lavoro; e ai redditi bassi si è potuto cominciare a dare risposte con la prima manovra di governo. Qualcuno le spieghi che cosa vuol dire il sostegno alla lotta al caro bollette con ben 21 miliardi e gli interventi di indicizzazione per le pensioni più basse. Oltre a una serie di ulteriori misure per le fasce sociali più deboli. Ma Elly non lo sa e quindi parla. In buona sostanza tanta confusione ma dando l’idea di non sapere da dove cominciare. Probabilmente la vittoria alle primarie sarà stata inaspettata anche per lei, ma la politica bisogna saperla maneggiare con cura. E se le prime uscite sono caratterizzate da tanta superficialità la Schlein rischia una brutta figura.