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Preside e consigliera Pd: studenti minorenni usati contro Meloni

Alberto Busacca
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Studenti minorenni usati contro Piantedosi e il governo. Naturalmente durante l’orario di lezione. E anche questa volta (ma guarda un po’...) si scopre che dietro c’è una preside militante del Pd. Oltre a qualche dirigente progressista a caccia di consensi. Ma riavvolgiamo il nastro e spieghiamo bene quello che è successo... Venerdì scorso, dalle colonne della Stampa, la scrittrice Elena Stancanelli, indignata per la tragedia dei migranti morti in mare e per un governo che avrebbe «scientemente deciso di lasciare affogare uomini, donne e bambini», si è rivolta direttamente agli studenti: «Mi piacerebbe sapere quanti sono i ragazzi e le ragazze che vorrebbero scrollarsi dalle spalle il peso morale di uno Stato che agisce con questa brutalità, cattiveria, mancanza di scrupoli. Per questo faccio una proposta: mettiamo al braccio una fascia bianca. Andateci a scuola, lunedì. Fatevi vedere, gridate la vostra estraneità a questo abominio». E ancora, rivolta alla politica: «Noi non siamo complici di questa strage. Noi, per quello che ci è possibile, vi lasciamo soli con la vostra protervia e la vostra mostruosa disumanità».

 

 

 


Insomma, un invito ai ragazzi a manifestare contro un governo che decide «scientemente», secondo lei, di lasciar morire delle persone. L’appello ha subito iniziato a girare sui social, ripreso, tra gli altri, anche da Giuseppe Provenzano, ex ministro ed ex vicesegretario del Pd: «Una fascia bianca in segno di lutto per la tragedia di Cutro. Tante scuole hanno aderito, altre spero lo faranno. È lì che si costruisce un’Italia migliore. E l’Italia è migliore di chi a volte la rappresenta».

 

IN AULA

E così, finalmente, è arrivato il giorno della mobilitazione. L’iniziativa, in realtà, non sembra aver riscosso un particolare successo. Ma ieri il sito della Stampa l’ha comunque rilanciata con un titolo pomposo: «Da Torino a Crotone, i ragazzi a scuola con la fascia bianca contro l’indifferenza». Sotto, le foto di una classe di studenti delle medie con il viso pixellato e la fascetta al braccio. Uno alza pure il pugno chiuso, ma sarà stato un caso... «A Torino», si legge, «alla scuola media Calvino hanno aderito tutte le diciassette classi: in alcune a indossare la fascetta bianca è stata quasi la totalità degli alunni». Infine le dichiarazioni della preside, Lorenza Patriarca: «La fascia è un simbolo per non addormentare le coscienze, per combattere l’indifferenza. Sono proprio i ragazzi a chiederci di non voltarci dall’altra parte». Ecco, arrivati a questo punto i dubbi sono già parecchi. Che senso ha prendere dei ragazzini di 12 anni e spingerli a protestare contro l’esecutivo?

 

 

 


Perché si rifila a dei minorenni l’assurda tesi che al governo ci siano persone che vogliono uccidere i migranti? I genitori sono stati informati dell’iniziativa? A tutto questo, poi, si aggiunge un’altra anomalia. Sì, perché la preside dell’istituto comprensivo di cui fa parte la scuola media, Lorenza Patriarca, è anche una consigliera comunale torinese del Partito democratico. Nel suo profilo su Facebook, foto con Bonaccini, con Fassino, con Chiamparino... Una militanza, la sua, che tra l’altro condivide con Annalisa Savino, la preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze che ha scritto ai suoi studenti una lettera sul fascismo criticata dal ministro Valditara. E quindi, alle domande già fatte, se ne aggiunge un’altra: è giusto che un dirigente scolastico usi il ruolo che ricopre per diffondere le sue idee politiche?

 

 

 

STRUMENTALIZZAZIONE

«Da genitore, prima ancora che da assessore di questo territorio, mi domando se siano state informate le famiglie dei ragazzini minorenni coinvolti in questa campagna mediatica», commenta Maurizio Marrone, assessore alla Cooperazione internazionale della Regione Piemonte. E aggiunge: «Ai più giovani converrebbe insegnare che le morti in mare si evitano con una politica seria di prevenzione delle partenze gestite dai trafficanti di esseri umani. E anche con interventi seri ed efficaci di cooperazione internazionale: in Siria, ad esempio, da cui provenivano alcuni dei naufraghi di Crotone, la Regione Piemonte è l’unica istituzione italiana ad impegnarsi con contributi importanti a sostegno della ricostruzione post bellica. Impiegare i bambini in simili coreografie, invece, puzza di strumentalizzazione politica al fine esclusivo di attaccare il governo». Già, la sensazione è proprio questa. Ma a sinistra, ormai, sembrano aver puntato tutto sulle scuole. Libro e fascetta, opposizione perfetta.

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