Il retroscena
Elly Schlein, offerta a Bonaccini: uno sfregio? Vien giù il Pd
Una trattativa serrata e delicatissima, quella tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini. A forte rischio di umiliazione dello sconfitto, con conseguenze drammatiche per il Pd. A una settimana dalle primarie vinte a sorpresa, la neo-segretria ha incontrata il rivale governatore dell'Emilia Romagna a Bologna. Un faccia a faccia riservato, solo loro due: in ballo ci sono poltrone pesantissime in segreteria, che decideranno l'assetto del nuovo Pd. La Schlein ha sempre promesso un repulisti radicale tra i dirigenti del partito, accusando Bonaccini di rappresentare il vecchio. Dal canto suo, il governatore aveva ribattuto che alle spalle di Elly ci fossero "i perdenti" (da Dario Franceschini a Peppe Provenzano, Andrea Orlando, Francesco Boccia) giurando però di aver intenzione di aiutarla, nel caso di una sua vittoria, per non mandare in pezzi il partito.
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D'altronde, con Bonaccini c'è pur sempre Base riformista, pezzo importante del Pd a livello di numeri, e la Schlein sa che non può liberarsene a cuor leggero. Da qui la tentazione di confermare Debora Serracchiani come capogruppo alla Camera. E la volontà di dare allo stesso Bonaccini una posizione di peso. Rottamazione sì, dunque, ma con qualche distinguo. Tra un Lorenzo Guerini che vorrebbe chiudere la corrente "ex renziana" e un Luca Lotti ben più combattivo, secondo il Corriere della Sera la Schlein non ha offerto a Bonaccini la poltrona di presidente del Pd. Bensì, aggiunge Repubblica, gli avrebbe offerto il ruolo di vice-segretario, il suo numero 2. Un ticket che potrebbe non accontentare i sostenitori del governatore.
Sempre secondo Repubblica, Guerini sarebbe già al lavoro per creare un nuovo correntone per "favorire la nascita di un’area nuova e più ampia, di matrice cattolica e moderata, che controbilanci la linea massimalista di Schlein, capace di aggregare tutti coloro che hanno appoggiato la mozione a lei avversa". Difficile, però, trovare abbastanza poltrone per tutti.