Roma sconvolta
Bruno Astorre, "suicidio". Lo psichiatra: cosa c'è dietro la morte del senatore Pd
"Tutto lascia pensare alla depressione". A provare a decifrare il dramma della morte di Bruno Astorre, senatore del Pd trovato senza vita questa mattina nel suo ufficio di Palazzo Cenci, a Roma, è Enrico Zanalda, psichiatra e presidente della Società italiana di psichiatria forense (Sipf). Sul profilo Twitter di Astorre campeggiava una citazione di Winston Churchill: "Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale. Ciò che conta è il coraggio di andare avanti". Avrebbe compiuto 60 anni tra pochi giorni, si era sposato neanche 2 anni fa con Francesca Sbardella, sindaca di Frascati. Nulla faceva presagire una fine così tragica, visto che l'ipotesi è che il senatore si sia tolto la vita lanciandosi da una finestra.
La Procura di Roma, come da prassi per svolgere indagini, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Un gesto, quello del suicidio, che proprio in questo periodo dell'anno, tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, vede un aumento di casi. "Quando questi gesti vengono compiuti da persone nel pieno della carriera, in un momento della vita segnato dal successo, che magari hanno iniziato da poco un nuovo progetto di vita sembrerebbero inspiegabili e dunque quello a cui si pensa è che possano essere legati a una situazione patologica come quella della depressione", spiega Zanalda.
"Questo periodo dell'anno è il momento in cui le persone con depressione maggiore stanno peggio ed è più facile che non resistano più all'impulso suicida. La scelta del suicidio è una possibilità che tutti noi abbiamo in qualunque momento della vita e quando lo facciamo si vanno a ricercare le cause studiando soprattutto l'ultimo periodo della vita di una persona". Anche le modalità con cui si compie il gesto sono indicative: "Ad esempio gettarsi dalla finestra - sottolinea lo psichiatra - fa pensare a un impulso patologico legato a un quadro di depressione, è un gesto che sembra senza premeditazione, messo in atto in un momento di disperazione". "A volte il suicidio viene compiuto sul luogo di lavoro o fuori, all'aperto, per evitare di farlo in casa - continua Zanalda - per un certo pudore nei confronti della propria famiglia, per evitare di coinvolgerla. O anche per 'l'opportunità' del momento, ossia perché ci si trova nella possibilità di isolarsi, di stare lontano dall'attenzione dei propri familiari. Un notevole fattore di rischio nelle persone depresse è poi l'aver già messo in atto un tentativo di suicidio andato a male - conclude lo psichiatra - tutte le persone che soffrono di depressione hanno un aumentato rischio di suicidio rispetto alle altre. In chi ci ha già provato poi il rischio aumenta ancora di più".