Contrattacco
Covid, Fontana indagato: "Davvero vergognoso", Conte nel mirino
"È veramente vergognoso che una persona sentita all'inizio dell'inchiesta come persona a conoscenza di fatti scopra invece dai giornali di essere invece trasformato in indagato". Il governatore della Lombardia Attilio Fontana, indagato insieme, tra gli altri, al suo ex assessore Giulio Gallera, all'ex premier Giuseppe Conte e all'ex ministro della Salute Roberto Speranza per "epidemia colposa" per la gestione dell'emergenza Covid nel marzo del 2020, risponde così, duramente, in una intervista a Radio Anch'io su Rai Radio 1. "È una vergogna sulla quale non so se qualche magistrato di questo Paese ritiene di fare qualche indagine - incalza il governatore leghista -. Sicuramente non succederà niente ma è una vergogna che dovrebbe essere valutata da chi di dovere".
"Non so sulla base di quali valutazioni il professore senatore Crisanti ha tratto le conclusioni che hanno portato a questa incriminazione", prosegue Fontana, parlando dell'inchiesta della Procura di Bergamo, sottolineando le responsabilità politiche del governo in carica nella primavera di 3 anni fa. "Quando si tratta di emergenza pandemica - aggiunge - la competenza è esclusiva dello Stato secondo la Costituzione, non secondo me. E poi se avessi emesso l'ordinanza (per la zona rossa nel Bergamasco, ndr) con chi l'avrei fatta eseguire? Non ho a disposizione né l'esercito né i carabinieri".
E ancora: "La ministra Lamorgese (allora a capo del Viminale, ndr) emise un provvedimento che diceva guai a voi se volete sovrapporvi con iniziative sulle cosiddette zone rosse perché è competenza dello Stato. Allora Il ministro Boccia disse una frase famosa: in questi casi lo Stato non interviene, lo Stato comanda. Non penso di poter prendere provvedimenti in contrasto con il Governo e quindi con l'Istituto superiore di Sanità".