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Elly Schlein, la sardina Santori: "Con lei dal primo giorno"
"Ora che i dati sono confermati posso dire che e un risultato incredibile: il Pd non fa un passo avanti ma dieci". Esulta, Mattia Santori, forse perché sogna (o meglio, sa) che con la vittoria delle primarie dem di Elly Schlein si aprono prospettive nuova anche per lui. D'altronde, la nuova segretaria del Pd era una sua compagna di lotta in piazza in quel bollente inverno a cavallo tra 2019 e 2020, quando le sardine e la protagonista di OccupyPd per respingere la scalata di Matteo Salvini all'Emilia Romagna fecero una durissima campagna elettorale non tanto a favore di Stefano Bonaccini (toh, che coincidenza), poi riconfermato governatore, quanto contro la Borgonzoni (candidata della Lega) da un alto e lo stesso "vecchio" Partito democratico.
Fecero credere, Mattia ed Elly, che con Bonaccini, in carica già da 5 anni, avrebbe vinto un partito nuovo. Paradossale: oggi la Schlein ha usato lo stesso argomento per affondare il governatore. Riuscendosi. Per la gioia di Santori, che intervistato dalla Stampa esulta. "Sono stato con Elly Schlein dal primo giorno, posso assicurare che non si è fatta dettare regole da nessuno. Ha ascoltato la base e ha dimostrato al gruppo dirigente che siamo nel 2023 e che finalmente è arrivata la leadership femminile che si aspettava da dieci anni", ha aggiunto difendendo la neo-leader dall'accusa sempre meno strisciante e più esplicita di essere in realtà un burattino nelle mani dei grandi vecchi del Nazareno, da Dario Franceschini ad Andrea Orlando e Peppe Provenzano.
Lo scenario è chiaro: addio Terzo polo e abbraccio (mortale?) ai 5 Stelle di Giuseppe Conte."Sarà un partito senza più mezze misure - assicura l'ex sardina, ormai folgorato sulla strada delle poltrone e cooptato proprio dal Pd come consigliere comunale a Bologna -, un partito più radicale nelle sue scelte, è questo che ci chiedono gli elettori. Evidentemente nel momento in cui c'è la destra al governo è necessario avere una sinistra più coerente con le sue idee e i suoi valori". Alla domanda secca su quale ruolo avrà ora, Santori glissa: "Non ho bisogno di ruoli, sono felice di aver fatto parte di un processo democratico che non ha eguali in Italia". Lo stesso Santori che aveva giurato che non sarebbe mai entrato nel Pd: credibilità non proprio di ferro.