Il "Sistema"
Delmastro, Sallusti: auguri onorevole, incrociamo le dita
Eccolo, è arrivato il primo avviso di garanzia a un membro del governo. Il destinatario è Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia di Fdi, l’accusa è rivelazione del segreto d’ufficio sulla nota informativa - peraltro ritenuta non segreta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e non soltanto da lui - sui contatti in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito ed esponenti della mafia suoi compagni di sventura. Curiosa la coincidenza che la notizia arrivi nello stesso giorno in cui le minacce degli amici di Cospito in libertà fanno un salto di qualità preannunciando l’eliminazione fisica di non meglio precisati “dirigenti” nemici del movimento e quindi, si presume, per certi versi amici di Delmastro.
Può essere che l’avviso di garanzia al sottosegretario sia semplicemente un atto dovuto per poter accertare bene i fatti in punta di legge e diritto, in teoria di questo dovrebbe trattarsi. Ma siccome in questi anni abbiamo visto le procure muoversi spesso e volentieri sulla base di criteri che poco hanno a che fare con l’applicazione della giustizia, non vorremmo ci toccasse rivedere il solito film di un pezzo dello Stato, la magistratura, che invece di dare la caccia e occuparsi dei cattivi si accanisce per motivi politici e ideologici contro chi i cattivi li ha smascherati in Parlamento mettendo sul chi va là i colleghi rispetto a strani contatti tra criminali anarchici e criminali mafiosi per abolire, o quantomeno allentare, il regime di carcere cosiddetto duro.
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Attendiamo fiduciosi gli eventi, anche se il clima nel Paese non dà segni di miglioramento. Qualche giornale ha provato ieri a far passare per colpevole Berlusconi in quanto assolto nel processo Rubi Ter “solo” per un grave errore commesso dai pubblici ministeri in fase di inchiesta. Per un secondo, ma veramente per un solo secondo, voglio seguire la loro folle logica. Vogliamo o no ammettere che per un “grave errore” la vita di trenta persone e quella di un leader politico sono state devastate per sei anni? La risposta non può che essere: sì, è così scritto in sentenza. Mi chiedo: ma se un chirurgo sbaglia clamorosamente un intervento, per dolo o incompetenza, può continuare a fare il chirurgo? Il chirurgo no ma il pubblico ministero sì. Auguri, onorevole Delmastro, incrociamo le dita.