Ciao, compagni

Pd, Sallusti: "La sinistra si prende Sanremo, la destra Lazio e Lombardia"

Alessandro Sallusti

D’accordo, va bene ci arrendiamo. La sinistra politica e salottiera ha preso il controllo del Festival di Sanremo con i suoi giullari miliardari, per la verità meglio sarebbe dire che ha mantenuto l’occupazione illegale di suolo e spazi pubblici. Pazienza, ce ne faremo una ragione se domani sera la sinistra sarà proclamata vincitrice della settantatreesima edizione del festival della canzone italiana grazie alle performance anti destra dei vari Benigni, Ferragni, signor Ferragni (in arte Fedez), Paola Egonu (la pallavolista di colore che dopo aver scalato il successo grazie all’accoglienza dell’Italia ora sostiene che l’Italia è razzista) e grazie alla furbizia interessata (nel senso di compenso) del conduttore Amadeus, detto Ama, che ieri Repubblica in un pomposo quanto ridicolo articolo ha proclamato «capo della nuova resistenza alle destre nata su quel palco».

Domani sera andrà così, certo. Ma c’è un piccolo particolare, cioè che trentasei ore più tardi le odiate destre, dicono gli ultimi sondaggi, saranno proclamate vincitrici dell’undicesima edizione delle elezioni regionali lombarde e della diciannovesima edizione di quelle laziali. Milioni di ascolti per Sanremo anti destra immaginaria e milioni di voti nelle urne per la destra reale. Che dire: lunga vita alla resistenza targata Ama e Fedez. La sinistra ha superato anche il concetto della “Costituzione nata dalla resistenza” per planare alla “Resistenza nata dal festival delle canzonette”.

 

Vivono nel mondo virtuale di Chiara Ferragni, si abbeverano all’ignoranza crassa di suo marito, si esaltano per le parole di una campionessa irriconoscente ma come si spengono i riflettori sono solo tranvate (direi ovviamente). Passeranno i prossimi cinque anni a twittare tra di loro mentre i colleghi di destra costruiranno nuovi ospedali, nuove strade, aiuteranno i cittadini più disagiati a uscire dalla povertà, le donne a difendersi e le aziende a crescere in due tra le più importanti regioni del Paese. E loro saranno lì, a esibire Benigni come si fa con i panda al circo, a mostrare agli italiani finte tette di finte donne, a bruciare in piazza le foto dei loro rivali. Del resto, già oggi, la sinistra parla solo con Ama, la Meloni anche con Zelensky. Ho detto tutto.