Altolà
Giorgia Meloni: "Delmastro non si dimette. Ma ora tutti giù i toni"
Giorgia Meloni rompe il silenzio. Tirata per la giacchetta dalla sinistra, il presidente del Consiglio ribadisce la sua posizione su Alfredo Cospito e sul 41 bis. Il premier è stato preso di mira dopo le parole di Giovanni Donzelli in Aula. Il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia ha citato alcune intercettazioni dell'anarchico e chiesto al Partito democratico da che parte sta: "Da quella dello Stato o da quella terroristi?". Il caso è noto: alcuni parlamentari dem hanno fatto visita a Cospito nel carcere dove è rinchiuso da dieci anni per aver gambizzato l'ad di Ansaldo nucleare. Il motivo? La revoca all'uomo del carcere duro.
Apriti cielo, visto che a riferire a Donzelli le informazioni su Cospito, informazioni "non secretate", è stato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Anche lui meloniano. Da qui la bufera, alla quale la Meloni - con una lettera al Corriere della Sera - vuole mettere la parola fine. "Caro direttore, da diversi giorni vengo accusata, da esponenti delle opposizioni e dei media, di reticenza", inizia la missiva: "Ho preso l'impegno di rispondere e lo faccio ora, segnalando che la ragione per la quale non sono intervenuta finora è che ho tentato di non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente". Da qui l'appello, a Fratelli d'Italia compreso, "a riportare i toni al livello di un confronto franco ma rispettoso". Nonostante questo la leader di FdI rigetta le provocazioni arrivate da sinistra, che puntano alle dimissioni di Donzelli e Delmastro: "Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media".
Il riferimento è a niente di meno di Repubblica che le parole citate da Donzelli le aveva già pubblicate in mattinata. Ma non è tutto: "Ci sono in questo polverone, a mio avviso, aspetti chiaramente strumentali - prosegue -. Trovo singolare l'indignazione del Pd per un'accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell'opposizione, le accuse di essere la mandante morale delle 'morti in mare' o di guidare un 'partito eversivo', per citarne alcune. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto 'sputare sangue'".
A maggior ragione, perché "all'origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l'esterno, come emerge dalle note dell’autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione". A stupirla ancor più è che i dem, "dopo aver preso atto - da quello che riporta la stampa sulla vicenda - dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell'istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata".
Intanto il clima si fa sempre più preoccupante: "Mentre maggioranza e opposizione si accapigliano sul caso, attorno a noi il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando. E non risparmia nessuno". Insomma, gli anarchici stanno minacciando ancora, al punto che ad alcuni ministri è stata assegnata la scorta: "È chiaro che non ci troviamo davanti a una delle tante polemiche che agitano il mondo politico, ma a una situazione dai contorni decisamente inquietanti che rischia di avere conseguenze gravi". I responsabili? "Tutti", senza distinzione politica.