Il caso 41 Bis

Serracchiani e Orlando, "dimissioni": la bomba politica di FdI

Non sono Donzelli e Delmastro a doversi dimettere, come chiede il Pd. Ma Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Verini e Lai. A rilanciare la bagarre politica in maniera clamorosa è Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia, intervenuto per difendere i due compagni di partito, rispettivamente deputato e organizzatore Donzelli e sottosegretario alla Giustizia Delmastro, per le loro accuse ai parlamentari dem andati a trovare in carcere l'anarchico al 41Bis Alfredo Cospito

"Il Pd e il capogruppo alla Camera Debora Serracchiani continuano a chiedere, senza alcun motivo, le dimissioni del deputato Donzelli e del sottosegretario Delmastro - sottolinea Foti polemicamente -. Ieri il ministro Nordio ha confermato come la natura del documento non rilevi contenuti sottoposti al segreto investigativo. Sicuramente gli esponenti di Fratelli d'Italia rimarranno ai propri posti a svolgere egregiamente il loro lavoro, come hanno sempre fatto. Chi dovrebbe invece dimettersi, dopo aver parlato con i mafiosi Rampolla, Presta e Di Maio su suggerimento del terrorista anarchico Cospito, sono proprio Serracchiani, Verini, Orlando e Lai". Il riferimento è a una indiscrezione di stampa secondo cui i quattro parlamentari Pd, a Sassari, avrebbero accettato di parlare con i detenuti su suggerimento dello stesso Cospito.

 

"Le notizie riportate dal Fatto quotidiano gettano una luce inquietante sulla vicenda della protesta di Cospito e della visita da lui ricevuta in carcere dagli esponenti del Partito democratico, soprattutto alla luce del fatto che, come riportato dal quotidiano, esiste l'ipotesi di un 'piano per arrivare all'abolizione del 41-bis' - prosegue Foti -. Al Guardasigilli Carlo Nordio, nell'interrogazione a firma Fdi viene chiesto 'di quali elementi disponga in merito' alla visita in carcere all'anarchico Alfredo Cospito di 4 parlamentari del Pd e quali iniziative intenda assumere al fine di scongiurare pericolosi sodalizi tra criminalità organizzata e terrorismo". Nell'interrogazione, annunciata oggi dal capogruppo Fdi e visionata dall'agenzia Adnkronos, vengono riportati, con dovizia di particolari, i contenuti dell'articolo apparso sul Fatto Quotidiano nell'edizione di ieri e secondo cui, nella visita nel penitenziario, "Cospito avrebbe invitato i parlamentari a 'parlare' con alcuni esponenti di spicco della criminalità organizzata: il camorrista Francesco Di Maio, il killer della 'ndrangheta Francesco Presta e il mafioso Pietro Rampulla, chiarendo, al contempo, che 'il suo sciopero della fame non ha il solo scopo di far revocare a se stesso il regime di carcere duro, ma quello di ottenerne l'abolizione per tutti, compresi i 'vicini' mafiosi'. Intervistato dal medesimo quotidiano, il senatore Verini ha poi confermato che 'qualche frase di circostanza, tra i quattro parlamentari e i tre mafiosi, è stata scambiata'", riporta ancora l'atto parlamentare indirizzato al ministro della Giustizia.