Il caso dei "fuori sacco"
Crosetto smentisce il Corriere: "Se è vero qualcuno finirà in galera"
«Né artiglieria, né droni saranno nell'ultimo pacchetto d'aiuti militari italiani all’Ucraina, ma solo armi difensive», ha assicurato ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto. Ha così smentito, intervistato su La7 a L’aria che tira, indiscrezioni stampa e persino il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Poco prima, Biden ha ringraziato i paesi fornitori d'armi a Kiev, fra cui l'Italia, che, per il presidente USA, «sta inviando artiglieria», lodandola per il «continuo intensificare l'impegno».
Crosetto ha precisato che il nuovo decreto del governo italiano sugli aiuti a Kiev, il sesto dall'inizio della guerra, prevede solo sistemi difensivi, niente cannoni e obici. Si ritiene comprenda invece i moderni missili antiaerei Samp-T, operativi dal 2010, per proteggere città e basi ucraine da aerei, missili e droni, fino a un raggio di 100 km, ma anche i missili antiaerei Aspide, da 20 km di gittata, vecchi di 40 anni e provenienti dai magazzini.
Ha detto il ministro: «Non diamo armi che attaccano i russi ma che difendono gli ucraini abbattendo i missili prima che tocchino il suolo. A differenza degli altri cinque, questo è l’unico decreto che ha solo armi difensive. E poi gruppi elettrogeni, materiale per aiutare le popolazioni, non solo le forze armate ucraine, a superare l’inverno». Crosetto ha anche respinto le indiscrezioni del Corriere della Sera, secondo cui il nuovo pacchetto italiano prevederebbe anche droni cosiddetti “fuori sacco”, cioè, riporta il quotidiano, «non direttamente riconducibili alla lista stilata dall’esecutivo».
Il Corsera ha proseguito, senza specificare: «Fonti accreditate raccontano infatti che a Zelensky verrebbero consegnati droni originati dal progetto israeliano e assemblati in Italia». Il ministro della Difesa ha reagito: «Droni fuori sacco? È una notizia che smentisco. Se fosse vera sarebbe un reato perché il ministero della Difesa e lo Stato non ne sono a conoscenza e quindi se fosse vera qualcuno dovrebbe finire in galera. Mi auguro che qualcuno chieda al Corriere della Sera come l’ha avuta».
Le voci potrebbero essersi originate da fonti come Defensenews, che il 23 gennaio riportava che l'Italia riceverà «quest’anno, come requisito urgente di missione» droni kamikaze israeliani Hero-30 destinati alle nostre forze speciali. Piccoli droni da 3 kg con portata di 40 km, del tipo “munizione circuitante”, adatti al campo di battaglia, ma non ad attaccare la Russia. Gli Hero-30 sono prodotti dalla israeliana UVision con la tedesca Rheinmetall e verrebbero montati da una filiale italiana della Rheinmetall, la RWM. La fornitura di droni kamikaze Hero-30 alle forze speciali italiane era preannunciata dal 2021, prima della guerra, e pare non c’entri col conflitto.