Lo scranno più alto

Ignazio La Russa: "Mai entrato negli uffici FdI"

"Poco paludato, ma imparziale". Ignazio La Russa, fondatore di Fratelli d'Italia e da ottobre presidente del Senato, risponde così dalle colonne del Corriere della Sera a chi, dalle opposizioni, gli contesta di essere figura istituzionale troppo "politica". Qualcuno, nelle scorse settimane, ne aveva chiesto addirittura le dimissioni. "Sono rimasto me stesso senza mai rinnegare nulla e senza rinunciare a nulla", spiega il big meloniano, un passato importante nel Movimento Sociale (quando ne ha ricordato l'anniversario della nascita fu letteralmente massacrato), in Alleanza nazionale e poi nel Pdl, prima di fondare FdI.

 

 

 

"Fanfani, Fini, Bertinotti, Grasso, Spadolini, Casini: tutte alte cariche dello Stato che, nel corso della loro presidenza della Camera o del Senato, hanno continuato a fare attività politica senza che nessuno sollevasse un mignolo - sottolinea -. Fini e Grasso hanno addirittura fondato due partiti, Futuro e libertà e LeU. L'amica che mi ha preceduto alla guida del Senato, Alberti Casellati, ha partecipato a tutte le convention di Forza Italia, ad esempio a Napoli, durante il suo mandato. Potrei andare avanti per un bel po', anche con foto alla mano".

 

 

 



Tra i "capi d'accusa", diciamo così, sul conto di La Russa la sua presenza frequente nel quartier generale di FdI in via della Scrofa. "Non sono mai andato dentro gli uffici di Fd'I da quando sono presidente del Senato. Attenzione, non dico che sarebbe uno scandalo andarci. Dico però che non ci sono andato". Quanto all'accusa di scarsa terzietà, prosegue, "a differenza di alcuni miei predecessori sono a capo di un partito e non sto per fondarne uno. Di mia spontanea volontà non ho fatto né faccio interventi a particolare commento dell'operato del governo, dei suoi singoli provvedimenti, della legge di bilancio. Ho le mie idee sui temi di carattere generale, come per esempio la giustizia o l'immigrazione, ma cerco di tenermi a debita distanza dal commentare le scelte specifiche della maggioranza".